di Redazione
30 maggio 2018
PESARO – Dopo i Comuni di Pesaro e Fano e la Fiaip (agenti immobiliari) di Pesaro, anche il Tribunale di Pesaro ha messo la firma sul protocollo anti-crisi con l’Ordine dei commercialisti di Pesaro e Urbino. A siglare il documento nell’aula della Corte d’Assise di Palazzo di Giustizia, sono stati i rispettivi presidenti di Tribunale e Odc, Giuseppe Fanuli e Paolo Balestieri, e il giudice delegato ai fallimenti, Davide Storti. Presenti anche i giudici Lorenzo Pini ed Emanuele Mosci. Il protocollo, nel solco tracciato dalla normativa europea e dalla legge cosiddetta “salva-suicidi” o “concordato dei piccoli” (3/2012), prevede l’elaborazione di un piano di pagamento da parte del debitore verso i suoi creditori grazie all’intervento e mediazione dell’Organismo di composizione della crisi (Occ) dell’Ordine dei commercialisti. Uno strumento, quello dell’Occ e della procedura di esdebitazione, ancora poco conosciuto. Lo dicono i numeri. Più di 1200 sono infatti le procedure esecutive immobiliari ad oggi pendenti al Tribunale di Pesaro a fronte delle sole 10 domande di accesso alle procedure contro il sovraindebitamento. Per questo l’obiettivo dell’Ordine dei commercialisti è quello di promuovere, attraverso il protocollo, il percorso “anti-crisi”.
“I debitori esecutati nelle procedure di esecuzione immobiliare – spiega Balestieri – sono potenzialmente una platea numerosa di soggetti interessati all’accesso alle procedure, dal momento che si tratta di cittadini sottoposti all’esecuzione per lo più per il mancato pagamento delle rate del mutuo o delle spese condominiali a causa di contingenze dovute alla crisi economica”. Cittadini come piccoli imprenditori, artigiani, commercianti, per i quali le procedure dell’Occ potrebbero rappresentare l’àncora di salvezza. Con la firma del protocollo, il Tribunale di Pesaro autorizza l’Occ ad accedere all’anagrafe tributaria e alle altre banche dati per permettere di ricostruire con esattezza l’esposizione debitoria del ricorrente. Non solo. Il Tribunale, attraverso gli stessi magistrati e gli ausiliari in particolare della cancelleria delle esecuzioni, si impegna ad informare il debitore dell’esistenza delle procedure contro il sovraindebitamento previste dalla legge “salva suicidi”. Oltre a monitorare periodicamente (ogni sei mesi), l’andamento del protocollo, dagli accessi alle procedure, fino al loro esito. I commercialisti pesaresi, invece, faranno una prima valutazione gratuita sulla situazione debitoria e patrimoniale del ricorrente e sulle concrete possibilità di accedere ad una delle procedure di composizione della crisi. Accesso che potrà richiedere anche quando il suo patrimonio è già stato aggredito con aste immobiliari e pignoramenti.
“La nostra intenzione – spiega Balestieri – è di diffondere la cultura e la conoscenza della procedura sul sovraindebitamento”. Un obiettivo in cui hanno trovato l’affiancamento del Tribunale: “Ci aiuterà nel portare a conoscenza dei cittadini le varie procedure – continua – Se il cittadino è già in esecuzione immobiliare, potrà accedere al percorso e sospendere l’esecuzione sui suoi beni, solo se esiste già un piano depositato. E sarà l’Occ a valutare se i debitori ricorrenti possono far domanda o meno”. “Da un punto di vista culturale – commenta Fanuli – questa procedura è un passo avanti”. “Anche se è una normativa datata, risale infatti al 2012 – interviene il giudice Storti – non ha avuto molte applicazioni. Ora c’è un aumento delle richieste, anche se a volte, le aspettative dei ricorrenti sono eccessive. L’importante è che i cittadini capiscano che non è un modo per non pagare. Si paga, ma secondo un piano che tiene conto dello stato patrimoniale del debitore. I vincoli sono tanti. Ma una volta realizzato il progetto, il buono di questa legge è che si può sperare di non essere più inseguiti a vita dai creditori”.
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