21 novembre 2017
Autocritica e applausi, potrebbe essere il titolo dell’intervista a Luciano Pedullà, l’ultimo allenatore della Scavolini Volley, l’epilogo degli anni più belli vissuti sotto la rete da Pesaro.
Era la stagione 2011/12, quella del d.H., del dopo Hooker, la giocatrice statunitense che diede il via al crollo dell’Impero che aveva fruttato all’allora Robursport tre scudetti, una Coppa Italia, 4 Supercoppe italiane, 2 Coppe Cev. Luciano Pedullà sostituì Paolo Tofoli. Era il 29 novembre 2011. In pochi mesi, l’allenatore novarese conquistò tutti, a sua volta conquistato da Pesaro.
Autocritica perché… “Non stiamo giocando bene, si è visto con Conegliano”.
Infatti, l’ho vista un pochino scocciata durante i time-out.
“Direi proprio di sì…”.
Perché non state giocando bene? Sinceramente, m’aspettavo di più dalla sua squadra.
“Anch’io m’aspettavo molto di più e non so perché non giochiamo bene. Finora non siamo riuscite a trovare la giusta combinazione tra palleggio e attacco. Non riusciamo a liberare bene le attaccanti, che a loro volta non riescono a sfruttare tutti i loro colpi. E’ la chiave di volta del nostro momento, perché poi battuta e spesso anche difesa non viaggiano male. Ovviamente, servendo bene, va meglio anche la difesa. Però è evidente che se non fai il cambio palla diventa più difficile qualunque cosa”.
E mercoledì sera ospiterete una myCicero che sta sorprendendo positivamente. Le confesso che, a questo punto della stagione, non avrei creduto di vedere la squadra di Bertini a 8 punti.
“Secondo me, Pesaro ha due caratteristiche: Cambi è una giocatrice sicuramente brava e ha fatto già esperienze importanti; lei sa dare brio a una squadra composta da giocatrici che lavorano tanto, a testa bassa e con l’umiltà necessaria per raggiungere determinati traguardi, con un allenatore che le fa lavorare bene sotto ogni punto di vista, sia tecnico sia tattico. Il campionato è ancora lungo, ma i risultati ottenuti finora possono essere considerati di buon livello. Cosa che fa onore a una società alla quale sono particolarmente legato. Pure nel poco tempo che mi sono fermato a Pesaro, sia la società, sia tutto l’ambiente mi hanno dimostrato affetto. Io non posso che essere molto affezionato a tutti”.
Sono stato il primo a scrivere di Carlotta Cambi a Pesaro. Come non parlare ancora di lei, che è legata a Novara, con un allenatore novarese qual è Luciano Pedullà.
“La conosco molto bene fin dai tempi del Volleyrò Roma e delle nazionali giovanili. Ricordo quando, contro la Polonia, sbagliò un punto decisivo perché volle giocare un pallonetto a due mani a fondo campo. Cosa che invece adesso le riesce molto bene. Questi errori, che portano anche a sconfitte pesanti, aiutano la maturazione delle palleggiatrici giovani. Successe quando allenavo a Omegna e avevo Eleonora Lo Bianco. Sono errori che bisogna concedere perché in seguito le giocatrici diventano più forti. Carlotta è molto brava e ha il carattere per diventare una leader. E’ protagonista quest’anno e potrà esserlo negli anni che verranno”.
Il paragone con Leo Lo Bianco deve inorgoglire Carlotta, come pure il racconto di Luciano Pedullà, che una volta di più si conferma il Professore della pallavolo femminile.
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