Troppa Trento per questa Vuelle. Pesaro ora rimugina sui suoi limiti e su eventuali correttivi dal mercato

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20 novembre 2017

Spiro Leka

Spiro Leka

PESARO – La salvezza della VL, non passava certamente da Trento, che nonostante alla vigilia, avesse gli stessi punti dei biancorossi, non è destinata alla parte destra della classifica, ma, appena recupererà tutti gli infortunati, tornerà a lottare per le Final Eight e l’accesso ai playoff. Pesaro, casomai, deve recriminare su due partite precedenti, quella persa di 11 in casa con Cremona e, soprattutto, i 17 punti presi da Capo d’Orlando, due sconfitte che lasceranno il segno per il futuro, anche in virtù di un’eventuale differenza canestri.

Anche in Trentino, la Vuelle ha mostrato tutti i suoi difetti, partendo da una percentuale pessima dalla linea dei 6.75, perché segnando appena tre triple sulle 19 tentate, le possibilità di vittoria sono infinitesimali, soprattutto se non è la prima volta che succede, dato che in queste prime otto partite, Pesaro è la peggiore squadra al tiro da tre, con un pessimo 26,3%, che non ha molte possibilità di essere migliorato, visto che è noto da settembre, che nel roster biancorosso, manca un tiratore affidabile.

Non è una novità neanche lo scarso numero degli assist distribuiti, dato che anche in questa voce statistica, Pesaro è desolatamente ultima, con una media di appena 11 assist a partita, chiaro sintomo della mancanza di un vero regista, che non può essere Dallas Moore e che non è diventato Diego Monaldi, in palese confusione dopo una buon inizio di stagione.

A Trento, rispetto alle sette partite precedenti, è venuto a mancare il solito contributo di Omogbo, a cui sembrano avere preso le misure, soprattutto in fase offensiva, dove non gli consentono più quelle penetrazioni al ferro, che sono state il suo punto di forza finora e, purtroppo, il nigeriano è un pessimo tiratore da fuori (4 su 25 complessivo da tre), oltre ad essere anche un pessimo difensore, due problemi che non sappiamo se sia in grado di risolvere in breve tempo. Ad Omogbo, gli si perdonavano questi difetti, a patto che continuasse a catturare i rimbalzi, ma ieri ne ha presi solo 5, tutti difensivi, altra brutta voce statistica, dato che da quelli offensivi possono arrivare punti facili.

Dalla parte dei cattivi, anche capitan Ceron, che se non commette una sciocchezza a partita non è contento, leggi un fallo sul tiro da tre o un antisportivo a metà campo, anche se in ogni caso, con una rotazione ridotta a soli sette uomini, deve prendersi maggiori responsabilità, stessa condizione di Monaldi, che coach Leka ha schierato nello starting five, con la speranza che incidesse subito sul match, ma il play ciociaro è incappato in un’ennesima serataccia, la quarta consecutiva.

Nella media la partita di Mika, il migliore dal punto di vista tecnico di questa Vuelle, anche se purtroppo gli manca quella cattiveria agonistica, per essere incisivo quando la fisicità dentro l’area aumenta, e lo staff biancorosso, deve lavorare sui particolari, come il troppo insistere sullo step back, ovvero quei tiri presi da Mika, in equilibrio su un piede solo, cadendo all’indietro, mentre il ragazzone dello Utah dovrebbe prendersi più tiri frontali dai cinque metri, dato che ha una buona mano.

In crescita Ancellotti, di cui sono noti i limiti fisici, quelli che non gli consentono di marcare con efficacia i lunghi molto mobili, ma Andrea è un ragazzo intelligente, che sa posizionarsi dentro l’area per catturare rimbalzi di sola posizione ed ha mani educate per colpire anche dai quattro metri, con un range di tiro che gli permette anche di provare qualche tripla, ma la lieta notizia che arriva da Trento, riguarda Pablo Bertone, guardia magari atipica nella pallacanestro moderna, dove ormai tutti tirano da tre, mentre l’argentino è un fighter, uno che preferisce attaccare il ferro e affrontare l’avversario a viso aperto, non che sia diventato improvvisamente un fenomeno, ma questa buona partita, può servirgli per acquisire quella fiducia necessaria per combattere ad armi pari, contro quelle guardie americane, che deve incontrare ogni domenica.

Insomma, si torna da Trento, con gli stessi problemi e difetti di sempre, consapevoli che ci sarà da soffrire fino all’ultima giornata, o almeno lo speriamo.

I PIU’……..

Pablo Bertone: 20 punti, frutto di sette canestri su sette tentativi da due, un paio di triple a segno e pure 4 assist, se Pablo fosse sempre questo, avremmo risolto un problema.

Dallas Moore: Se non si fosse fatto male nella partita contro Bologna, sarebbe entrato nel libro dei record della Legabasket, come il giocatore più utilizzato di sempre nelle prime otto partite, Dallas infatti, nelle rimanenti sette, è rimasto sul parquet 271 minuti su 280, durante i quali si sarà concesso qualche pausa, ma ha trovato il modo di diventare il secondo miglior realizzatore del campionato.

Andrea Ancellotti: Il suo contributo è in continua crescita, cosa non scontata al momento del suo ingaggio, anche se sappiamo che può rendersi utile per non più di una quindicina di minuti a partita.

 

 … E I MENO DELLA SFIDA TRENTO – PESARO

Tiro da tre: 3 su 19, solo Bertone e Moore a segno dal perimetro, per una Vuelle che almeno non sta abusando troppo di un tiro che non vuole saperne di entrare.

Rimbalzi: 37 a 28 per Trento, senza il solito Omogbo, Pesaro ha perso nettamente il confronto sotto i tabelloni.

Manny Omogbo: Troppe ingenuità per il nigeriano, completamente fuori partita, sia in attacco, che in difesa, dove Silins gli ha tirato in faccia cinque triple, senza grossa opposizione.

IL MOMENTO DELLA SQUADRA

Prima di tutto, un doveroso augurio al presidente Ario Costa, che sabato sera ha accusato un piccolo problema fisico, che gli ha impedito di prendere parte alla trasferta di Trento, niente di grave, ma dovrebbe evitare lo stress in futuro, e purtroppo la sua Vuelle non è una nave tranquilla da guidare. Domenica il campionato si ferma, per il doppio impegno della Nazionale di Meo Sacchetti, attesa dalla Romania e dalla Croazia, nelle prime due partite del girone di qualificazione ai mondiali 2019 e in questi 15 giorni, coach Leka ed il suo staff, dovranno lavorare sodo, pur con una rotazione ancora ridotta, perché di prendere un “gettonaro” ormai non se ne parla neanche più, con il rientro di Mario Little che dovrebbe avvenire il 9 dicembre a Pistoia.

Rimane sempre aperta la pista che porta a Guido Rosselli, che in settimana “scioglierà le riserve”, anche se la situazione in casa Virtus è fluida, con coach Ramagli che rischia il posto ed il suo eventuale sostituto, potrebbe decidere di non privarsi del capitano della promozione. Si potrebbe essere tolta dalla lista la Grissin Bon, che ha preso in prova il 35enne James White, già passato a Reggio Emilia, le cui condizioni fisiche saranno valutate durante la pausa, con Pistoia che a questo punto sembra la favorita, dovendo sostituire un paio di infortunati.

Onestamente, rimaniamo dell’idea, che se Rosselli fosse l’unico innesto da qui alla fine della stagione, non cambierebbe tanto in casa Vuelle, con il miraggio di arrivare terzi nella classifica dell’utilizzo degli italiani, troppo legato a fattori esterni – leggi infortuni – a questo punto, la logica racconta che si dovrà valutare il rientro di Little e vedere il suo impatto su una squadra finalmente al completo, toccando ferro, per poi fare i conti e vedere dove sarà posizionata Pesaro alla fine del mese di dicembre, dove purtroppo le possibilità di muovere la classifica si limitano alle prime due partite (Varese e Pistoia), perché la Vuelle delle prime sette in classifica, ha incontrato solo Brescia e Torino e le rimanenti cinque, la aspettano nelle ultime cinque giornate di un girone d’andata, che rischia di essere già decisivo per la sorte dei ragazzi di coach Spiro Leka.

Durante questa pausa, si dovranno mettere a posto tanti particolari, perché la gioventù non può essere sempre un alibi e dopo due mesi, si dovrebbero intravedere dei miglioramenti, soprattutto tecnici, con Ceron e Monaldi che saranno i due uomini chiave per risalire la china, altrimenti le altre pericolanti, sapranno già su chi fare la corsa per evitare l’ultimo posto.

DAGLI ALTRI PARQUET

Brescia non finisce di stupire e rimane imbattuta, dopo aver spazzato via Capo d’Orlando, ad inseguire la Germani, rimane solo Venezia, che supera con fatica una combattiva Pistoia, cade in casa Milano, superata dopo due supplementari da Avellino, con la tripla di Filloy allo scadere del primo overtime, da vedere e rivedere, Sassari sale al sesto posto, dopo il ventello rifilato a casa propria a Varese, insieme a Cantù, che infischiandosene dei problemi societari, passa con autorità a Torino. Si aggrava la posizione di coach Ramagli, dopo che la sua Virtus Bologna è uscita sconfitta dal parquet di Brindisi, che raggiunge quota 4 punti come Reggio Emilia, che passa nel finale a Cremona.

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