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18 novembre 2017
Coordinamento Provinciale di Articolo 1 MDP Pesaro-Urbino
PESARO – Esprime la propria ferma contrarietà e invita il Consiglio direttivo del Parco del San Bartolo a valutare possibili interventi alternativi, il Coordinamento Provinciale di Articolo 1 MDP Pesaro-Urbino, che con una nota interviene nel merito del regolamento per la “caccia di selezione” ai cinghiali autorizzata all’interno del Parco, che di fatto consentirebbe l’uso di armi in quell’area protetta fino al 31 marzo.
“Oltre 150 ettari di bosco e macchia devastati dall’incendio dei primi di agosto. Ma questa non è l’unica iattura capitata al Parco del San Bartolo – fanno sapere dal Coordinamento Art. 1 MDP – Infatti, recentemente il Consiglio direttivo del Parco ha pensato bene di commissionare ad un’associazione venatoria una verifica, per appurare se all’interno del parco ci fossero troppi cinghiali. Fin troppo ovvio il responso che questa indagine ha prodotto: i cacciatori hanno contato una quarantina di cinghiali che minacciano la sopravvivenza del Parco e quindi per questo devono essere abbattuti. Cinghiali che sono arrivati nel Parco dall’esterno e che saranno con tutta probabilità sostituiti da altri, non appena i cacciatori avranno terminato la “battuta di caccia” commissionata loro dal Consiglio direttivo. Ci sono diverse correnti di pensiero sulle modalità di gestione della fauna selvatica e su quelle con cui calcolare il numero di esemplari considerato “accettabile”, però l’ecologia – che non è una corrente di pensiero, ma una scienza – insegna che il numero di esemplari dipende da molti fattori, dei quali la predazione (quale è la caccia) è solo una e non la più efficace. Il vero punto di regolazione è rappresentato dalla riproduzione, per cui sarebbe valsa la pena all’interno del Parco, proprio in quanto area protetta e facilmente gestibile, attuare un programma sperimentale di contenimento attraverso la sterilizzazione. Un sistema proposto nel gennaio scorso dal consigliere regionale Gianluca Busilacchi di Articolo 1 MDP, ma ad oggi neanche portato in discussione nelle commissioni competenti”.
“Invece – prosegue il comunicato – contravvenendo al motivo stesso per cui i Parchi naturali vengono istituiti, a difesa della biodiversità e per il godimento di tutti i cittadini, il Parco del San Bartolo è stato regalato ai cacciatori che vi possono accedere in via esclusiva per molte ore al giorno, autorizzati ad usare carabine per sparare all’interno dell’area “protetta”. Un modo davvero singolare di ripristinare l’equilibrio naturale e di garantire la conservazione e la libera fruizione da parte dei cittadini di una delle poche aree naturali dove durante la stagione venatoria si poteva passeggiare senza rischi, in quanto normalmente la caccia nei parchi naturali è vietata”.
“Un approccio gestionale preoccupante – conclude il Coordinamento provinciale di Articolo 1 MDP – quello scelto dal Consiglio direttivo del Parco, che purtroppo pare allinearsi con interventi normativi che penalizzano, anziché rafforzare, il sistema dei Parchi naturali, un bene comune da difendere e valorizzare”.
La solita storia. Intanto il nostro ministro.per lacaccia galletti ha dato l’ok per l’abbattimento.di un numero impressionante di lupi ( animali protetti e reintrodotti dall’uomo) in Trentino e toscana .Le scrofe iugoslave, che partoriscono una decina di cuccioli per volta mentre i nostri ungulati autoctoni partorivano un piccolo all’anno, furono introdotte anni fa per racimolare i voti dei cacciatori. Nessuno si curò di pensare al disastro che ne sarebbe in breve derivato. Così adesso in toscana, nel parco di feniglia, un tombolo.di sabbia tra la laguna di orbetello e il mare ripopolato.di.daini, nella massima omertà è stata inserita una comunità di lupi. Alla faccia della trasparenza Nessuna autorità, né i comuni, né la forestale,né la regione si è presa la briga di affiggere in cartello per avvisare della presenza di questi predatori nells pineta, frequentatissima d’estate ma anche d’inverno. Tutti chiusi in un assordante silenzio in nome.del bene del turismo o meglio delle marachelle fatte alla zittina, cosi la responsabilità di futuri danni non si saprà a chi darla, come per l’invasione dei.cinghiali. finché un video che riprendeva questi.splendidi canidi all’interno del parco è circolato su Facebook e i social. Allora non è stato più possibile nascondersi. Dovranno pur dirci cone intendono gestirli e contenerli i lupi. Visto che da noi lecampagne di.sterilizzazione sonosconosciute e inusitate. Intanto i poveri daini sono quasi sparirti dal parco e a chi chiede spigazioni la forestale risponde che la gente si era stufata dei.daini. come sicuramente auspicano al ministero della caccia ben presto i lupi si diffonderanno su tutto ilterritorio e decimeranno i cinghiali, ma faranno anche danni e allora assisteremo adunnuovo piano di abbattimento o a raccapriccianti impiccagioni da parte dei bracconieri. L’uomo ha reso un incubo l’esistenza agli animali.