Sandro Candelora
FANO – In certi sport individuali l’atleta si prefigge costantemente l’obiettivo di superare il proprio limite, migliorando il record fin lì vantato. All’Alma sembrano aver fatto loro la regola, prendendola alla lettera e ahimé andando tuttavia nella direzione sbagliata. Nel senso che si sono messi di buzzo buono per tentare di battere in peggio le mortificanti performance esibite all’inizio dello scorso torneo e stanno peraltro riuscendo benissimo nelle poco edificante impresa. Con il risultato che la falsa partenza di un anno fa impallidisce di fronte all’avvio decisamente sbagliato della presente stagione, tale da regalare solo sconfortanti sconfitte in serie, relegando di fatto la truppa granata sul fondo della graduatoria praticamente sin da subito.
D’accordo che si sono affrontate in rapida successione le grandi (o presunte tali) del campionato, concesso che a parte la scena muta fatta contro il Ravenna (e pensare che era un scontro diretto!) si è giocato alla pari con tutte, passi pure la disarmante sequela di infortuni (su tutte, pesa quella di Gattari), ma, diamine, la classifica non aspetta i ritardatari e la permanenza in Serie C si deve costruire passo dopo passo, accumulando punti preziosi lungo l’intero cammino. Forse ci eravamo illusi che il compito attuale fosse più facile rispetto a quello passato. Ma quelle che apparivano certezze stentano a confermarsi, i limiti congeniti persistono tuttora e le incognite della vigilia sembrano essere scommesse già perse in anticipo. Prendiamo i tre pistoleri d’attacco, artefici principali della folle rincorsa che fu. Il naturale logorio di una lunga carriera, unito forse ad un pernicioso senso di appagamento, fanno sì che il loro contributo alla causa sia ad oggi inferiori alle aspettative. E se viene a mancare all’appello chi per qualità ed esperienza deve fungere da guida per il gruppo sono dolori seri assai. Anche Cuttone (altra sicurezza dell’estate) pare aver smarrito quella vis agonistica che lo animava, ora sostituita da una paternalistica tendenza a giustificare errori ed omissioni dei suoi ragazzi che alla lunga non regge più. Davvero una brutta faccenda, giacché il resto della costruzione (a parte Lazzari, scelta magari tardiva ma che non si discute), privata delle strutture portanti, scricchiola maledettamente.
Tra conferme discutibili (Lanini, Ferrani e Melandri, tra i più deludenti nella campagna che è stata, sono stati puntualmente ribaditi in organico) e nuove reclute ancora acerbe quando non scarse del tutto, la rosa si presenta infatti deficitaria per numero, assortimento e qualità complessiva. Dice: cosa pretendi con due lire di budget? Rispondiamo che nessuno a questi livelli dispone delle riserve auree di Fort Knox e poter spendere poco non significa necessariamente investire male i propri quattrini. Evidentemente l’esperienza vissuta dodici mesi fa non ha lasciato in eredità nessuna lezione e si sta continuando imperterriti a sbagliare. Confidare nei guai altrui (il Modena è moribondo e lo stesso Santarcangelo non se la passa bene) è oltremodo pericoloso: non sempre le ciambelle riescono con il buco e la salvezza non puoi sperare di acchiapparla di nuovo all’ultimo tuffo. Occorre in definitiva svegliarsi dal torpore e farlo presto. Prima di rischiare di addormentarsi per sempre.