La Giornata mondiale della consapevolezza sul lutto perinatale: le considerazioni di De.Sidera

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15 ottobre 2017

lutto perinataleGiorgia Giacani*

PESARO – La “Giornata mondiale della consapevolezza sul lutto perinatale” viene introdotta per riflettere su un dolore che troppo spesso rimane senza nome. Provare a farlo nominare: morte del proprio bambino in utero.

Non è una questione religiosa o etica o medica. Quel piccolo embrione è figlio appena il test di gravidanza è positivo. L’ embrione diventa figlio grazie al desiderio materno di prendersene cura e di fargli spazio dentro di sé: “Il bambino comincia in noi molto prima del suo inizio. Ci sono gravidanze che durano anni di speranza, eternità di disperazione”.

Tecnicamente per lutto perinatale si intende la perdita di un figlio che avviene tra la ventisettesima settimana fino a sette giorni dopo il parto.

Si è portati a pensare che la perdita in utero precedente la ventisettesima settimana sia più lieve: una possibilità tra le possibilità.

L’aborto è un evento traumatico che produce marcato stress ed evoca elementi mortiferi creando ripercussioni sulla coppia e sulla futura sessualità della donna.

Si stima che circa il 70% delle coppie che ha perso un figlio entra in una profonda crisi e potrebbero interrompere la loro relazione.

L’inizio della gravidanza coincide con un momento magico, da una ci si ritrova in due, da diade si passa ad essere una triade, mamma, papà e bambino nel grembo, bambino immaginato e fantasticato che si fa spazio e si inscrive nella propria storia personale, relazionale e familiare. L’interruzione della gravidanza significa cadere nel baratro del vuoto, tristezza che sembra non finire mai. La rottura inattesa di quel legame così intimo, privato è un evento inconsueto, fuori dalla realtà pensabile.

Se non lo penso non può accadere.

Secondo alcune statistiche il 10/30% delle gravidanze termina con un aborto spontaneo e mediamente nel 17% dei casi si presenta nelle prime settimane di gravidanza. Le donne si sentano colpevoli ma ciò accade per cause sconosciute e non direttamente controllabili ed è fondamentale che la donna e il proprio/propria partner ne siano consapevoli. Soprattutto se è la prima gravidanza.

I giorni successivi alla notizia di aver perso il bambino sono presenti emozioni negative, ci si sente in colpa e si cerca una ragione. Lo sbaglio commesso che ha costato questa atroce punizione. Si cerca un motivo. Ma il motivo spesso non c’è: “E’ la natura che fa il suo corso” spesso si sente dire. E’ una risposta che non basta.

L’aborto spontaneo, come qualsiasi lutto, richiede tempo per la sua elaborazione. Bisogna essere pazienti ed ascoltarsi.

Fare leva sulle proprie strategie di coping per non sopperire sotto a tutto quel dolore.

Piangere.

Senza accusarsi.

Senza paura.

Condividere con il/la partner il proprio dolore, guardarsi negli occhi e ritrovarsi. Ognuno vivrà quel tragico momento in maniera differente, non giudicate e non cercate di capire chi soffre di più. Ognuno lo fa a modo proprio, con le proprie competenze psico-emotive.

Il consiglio è quello di non provare ad avere subito una nuova gravidanza: il corpo ha bisogno di riprendersi le sue regolari funzioni e aver elaborato il lutto per far trovare lo spazio psichico all’ Altro in quanto unico e non sostituto.

E’ raro parlare di aborto, ma non è raro che accada, condividere questo dolore potrebbe aiutare ad elaborarlo.

de.Sidera, chi siamo:

L’associazione di psicologia e sessuologia “de.Sidera” vuole essere uno spazio culturale di discussione di tematiche psico-sessuologiche, un momento per riflettere sulla propria sessualità, per rendersi consapevoli che il piacere, in ogni ambito, è accessibile, basta volerlo.

L’associazione “de.Sidera” è formata da psicologhe e sessuologhe e si occupa inoltre di servizi alla persona attraverso consulenze all’individuo, alla famiglia e alla coppia e fornisce servizi di consulenze ai professionisti.

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Dott.ssa Giorgia Giacani 329 4557556
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