Alla scoperta della serie A del basket parte 4: ecco Cantù, Pesaro, Cremona e Bologna

pallone-basket1PESARO – Quarta ed ultima parte dello speciale di www.Pu24.it sul campionato italiano di pallacanestro (rileggi la prima e la seconda e la terza puntata), è arrivato il turno dell’incognita Cantù, della rinnovata Pesaro, della ripescata Cremona e della neopromossa Bologna

RED OCTOBER CANTU’

Probabilmente quello che scriviamo oggi, potrebbe venire smentito nel volgere di breve tempo, sia in negativo che in positivo. Non è stato un precampionato facile quello canturino, con il patron Gerasimenko che non naviga in acque tranquille e sembra sia stato abbandonato da gran parte della tifoseria, a cui non piace la sua gestione autoritaria. Sono cominciati anche i mugugni di un paio di giocatori, che sostengono di non essere seguiti a dovere dalla società e lasciati al loro destino, con pochi soldi in tasca. Difficile sapere cosa accadrà, quello che è certo e che una Red October al completo e motivata, non è certamente una squadra che rischia di retrocedere, ma una formazione che può puntare anche ai playoff, l’unica che può schierare due centri italiani di buon valore come Andrea Crosariol e Cristian Burns, ed altri atleti nostrani di buon livello come Cournooh, l’ex Fortitudo Raucci, senza dimenticarsi di Salvatore Parrillo e Giacomo Maspero.

E’ chiaro che la differenza la dovranno fare gli americani, tutti di buon livello, come il playmaker Jaime Smith, la guardia tiratrice Randy Culpepper, in un reparto esterni completato da Lamar Chappell, mentre sotto canestro, a dare una mano alle torri italiane, sono arrivati Charles Thomas e Michael Qualls, a guidare il tutto coach Bolshakov, uomo di fiducia di una società che ha cambiato tutti gli uomini chiave, esautorando lo staff italiano, sostituito da dirigenti graditi alla dirigenza russa. Vedremo se col passare del tempo, le cose si sistemeranno e il pubblico canturino si riavvicinerà ad una squadra che non sente più sua.

LA STELLA
Jaime Smith: Playmaker moderno, con tanti punti nelle mani, ma capace anche di far girare a dovere i compagni, e la sua prima apparizione in un campionato di buon livello e potrebbe diventare uno dei tre migliori realizzatori della stagione.

LA SORPRESA
David Cournooh: Arrivato a 27 anni, Cournooh non ha mai fatto quel salto di qualità auspicato dalle varie società di cui ha indossato la maglia, che in lui vedevano, oltre che un buonissimo difensore, un giocatore capace di prendersi le responsabilità anche in attacco. Nella situazione caotica di Cantù, potrebbe trovare il posto ideale per rientrare anche nel giro della Nazionale di Meo Sacchetti.

IL COACH
Kiril Bolshakov: Esonerato dopo undici giornate la scorsa stagione, Bolshakov torna sul luogo del delitto, richiamato da patron Gerasimemko, dopo che Recalcati ha preferito non obbedire ciecamente agli ordini del suo presidente. Il pubblico canturino non lo ama e non sarà facile portare a termine la stagione senza problemi.

L’OBIETTIVO DELLA SQUADRA
Salvezza tranquilla

VICTORIA LIBERTAS PESARO

Onestamente, saremmo sorpresi se nelle varie classifiche virtuali compilate da quotidiani e siti specializzati, la Vuelle non comparisse all’ultimo posto, per un semplice motivo: in questo momento Pesaro non ha un punto di forza al quale aggrapparsi, quello che ti fa dire: “Eh, ma almeno hanno xxx, ci penserà lui a salvarli”. Non può essere un punto di forza coach Spiro Leka, uomo che alla Vuelle ci tiene come pochi altri, ma che ancora non ha la necessaria esperienza per fare la differenza. Non può essere un punto di forza il nucleo italiano, con Ceron che non spicca per affidabilità, Ancellotti che a 29 anni metterà per la prima volta piede in serie A, Diego Monaldi chiamato a giocare quei minuti importanti che non ha nel suo palmares e i giovani Serpilli e Bocconcelli lanciati forse troppo presto in prima squadra, anche se Serpilli dieci minuti di qualità li può garantire. Non può essere un punto di forza neanche l’oriundo Bertone, che fuori dall’Argentina non ha ancora dimostrato il suo valore, così come non lo possono essere i tre rookies scelti da Stefano Cioppi, anche se qualcosina di buono, Dallas Moore, Emanuel Omogbo ed Eric Mika, lo hanno fatto vedere in questo precampionato e aspettiamo di conoscere chi sarà il sostituto di Zak Irvin, fuggito in America, ma ……

C’è sempre un ma quando si parla di Pesaro, che negli ultimi cinque anni ha saputo venire fuori da situazioni anche peggiori, spalleggiata da un pubblico che non sarà il più numeroso della serie A, ma che continua a sostenere la squadra nonostante tutto. E’ chiaro che le cose potrebbero migliorare, qualora si riuscisse a trovare il nuovo main sponsor, soldi freschi che permetterebbero alla Vuelle di passare al 3+4+5, aggiungendo un lungo ed un esterno comunitario al roster, ma anche così, Pesaro venderà cara la pelle fino all’ultima giornata, sperando ancora una volta che la dea bendata le sia benevola.

LA STELLA
Dallas Moore: Attacca il ferro come pochi altri e quando prende il pallone in transizione, non ci sta tanto a pensare, ma punta dritto al canestro per non far schierare la difesa avversaria, L’obiettivo dello staff biancorosso, sarà di convincerlo ad usare quelle triple mancine che possono fare veramente male e di trasformarsi anche in un regista.

LA SORPRESA
Emanuel Omogbo: L’entusiasmo non gli manca, così come le doti atletiche, quello che gli manca in tecnica, lo compensa con la voglia di correre e sbattersi anche in fase difensiva, se riuscirà ad incanalare tutta la sua energia e trasferirla tecnicamente sul parquet, potrebbe essere una delle note lieti della stagione biancorossa.

IL COACH
Spiro Leka: Ha il compito di trasformare dieci ragazzi volenterosi, ma acerbi, in una squadra che non si sciolga come neve al sole, quando i giochi si faranno duri e, nel campionato italiano, questo avviene praticamente ogni domenica.

L’OBIETTIVO DELLA SQUADRA
Salvezza

VANOLI CREMONA

Il ripescaggio non ha colto Cremona di sorpresa e l’ingaggio di coach Meo Sacchetti ad inizio estate, era un chiaro segnale che in casa Vanoli non nutrivano troppe speranze, sulla possibilità di Caserta di venire fuori dai suoi guai economici. E che sia la squadra di Sacchetti lo si vede dall’ingaggio di due suoi pretoriani, quei cugini Diener che con lui a Sassari hanno fatto faville, Travis, con il suo passaporto italiano, è stato richiamato dalla pensione anticipata e, a 35 anni, proverà a rimettersi in gioco, Drake, che di anni ne ha 36, non avrà più la brillantezza di qualche anno fa, ma il suo tiro può ancora fare molti danni. Ruzzier sarà il play di questa Vanoli, in un quintetto dove Elijah Johnson sarà incaricato di produrre punti, aiutato nell’impresa da Kelvin Martin, mentre l’ex Cleveland Cavs, Henry Sims avrà il compito di catturare rimbalzi ed effettuare blocchi per liberare al tiro un realizzatore come Landon Milbourne.

La panchina garantirà minuti di buona qualità con l’inserimento di Marco Portannese e Giampaolo Ricci, con l’ex Vuelle Giulio Gazzotti a dare una mano sotto canestro, per una Vanoli che parte per salvarsi, ma che potrebbe risalire presto la classifica.

LA STELLA
Elijah Johnson: Giocatore di buonissimo livello, che ha già assaggiato i parquet dell’Eurolega e non dovrebbe avere nessun problema nel ruolo di go to guy della situazione, l’uomo al quale affidare il pallone nei momenti più delicati del match.

LA SORPRESA
Giampaolo Ricci: Ala 26enne, alla sua prima esperienza nella massima serie, può rendersi molto utile come cambio del numero tre e quattro, con un tiro da tre affidabile e una buona propensione a rimbalzo.

IL COACH
Romeo Sacchetti: Rivestirà l’inedito doppio ruolo di allenatore di club e della Nazionale, ma Meo non è certo un tipo che si fa scoraggiare dalla difficoltà e a Cremona potrebbe trovare quelle stesse motivazioni che hanno portato, ad esempio, Sassari nel gotha del nostro basket. Magari non succederà in questa stagione, ma se avranno la pazienza di lasciarlo lavorare, si rivelerà un valore aggiunto per questa Vanoli.

L’OBIETTIVO DELLA SQUADRA
Salvezza

SEGAFREDO BOLOGNA

La Virtus è rimasta in serie A2 una sola stagione, giusto il tempo di vincere i playoff e di trovare nuove risorse per tornare nei quartieri altissimi della nostra pallacanestro. A Bologna ci sarà sempre il tutto esaurito, con oltre 5000 abbonati che riempiranno il PalaDozza e a una media di 500 euro ad abbonamento, fate pure i vostri conti per sapere quanto incasserà la Virtus in un anno, solamente dal botteghino. Ma questi soldi non rimarranno in cassa, perché l’ingaggio di due nazionali come Alessandro Gentile e Pietro Aradori non è economico e anche confermare due americani del valore di Michael Umeh e Kenny Lawson è stato dispendioso. A questi quattro, aggiungeteci l’arrivo di un centro dominante come Marcus Slaughter e un nucleo italiano composto da Stefano Gentile, Guido Rosselli e Klaudio Ndoja e avrete una Virtus pronta ad essere protagonista, forse anche fino all’atto finale del campionato.

LA STELLA
Alessandro Gentile: sarà uno dei primi giocatori richiamati in Nazionale da coach Sacchetti, perché nel run and gun di Meo, uno con le sue caratteristiche offensive, andrà a nozze, ma è chiaro che, dopo la bruttissima scorsa stagione, dove è stato praticamente scaricato da tre squadre diverse, Gentile non può più permettersi quegli atteggiamenti sopra le righe e a 25 anni, deve finalmente mettere la testa a posto e dimostrare di poter essere ancora uno che fa la differenza.

LA SORPRESA
Guido Rosselli: A 32 anni, ritrova quella serie A in cui non sempre è stato un fattore, ma nella lotta dentro l’area colorata, non conta solo la tecnica e, a livello di grinta e carattere, Rosselli non ha niente da imparare da nessuno.

IL COACH
Alessandro Ramagli: Non è atteso da un compito facile, perché a Bologna non esistono mezze misure e, sapendo di avere una squadra altamente competitiva, il pubblico non gli perdonerà eventuali passi falsi, la Virtus è una squadra da primi quattro posti e ogni posizione inferiore, verrebbe vissuta come un fallimento.

L’OBIETTIVO DELLA SQUADRA
Semifinale scudetto

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