di Redazione
18 settembre 2017
La Naspi è l’indennità di disoccupazione che da qualche anno ha sostituito le precedenti Aspi e Mini Aspi, rivolgendosi come supporto concreto in favore di tutti i lavoratori che hanno perso il proprio rapporto di lavoro subordinato in maniera involontaria.
Ebbene, considerando che uno dei requisiti per poter ottenere la Naspi è proprio la sussistenza di uno stato di disoccupazione, che cosa si deve fare nel caso in cui si trovi un nuovo lavoro nel periodo in cui si sta percependo l’indennità?
Cosa succede se si inizia un lavoro autonomo
Per poter rispondere al quesito di cui sopra, cominciamo con l’ipotesi in cui il lavoratore licenziato avvii una nuova attività come lavoratore autonomo. In questo caso, l’ex dipendente licenziato (ora, lavoratore autonomo) continuerà a percepire la Naspi, ma in misura ridotta e a patto che il reddito annuale che derivi dall’attività di lavoro autonomo non superi i 4.800 euro. Il lavoratore dovrà comunque comunicare all’Inps il proprio reddito annuo previsto entro un mese dalla domanda di prestazione.
Per quanto attiene la riduzione, la Naspi subirà una flessione pari all’80% del reddito previsto, in relazione al periodo di tempo che intercorre tra la data di inizio dell’attività e la data in cui termina il periodo di godimento della stessa.
Cosa succede se si inizia un lavoro dipendente
Più semplici sono le regole cui deve sottostare colui che percepisce la Naspi e avvia una nuova relazione di lavoro dipendente. In questo caso, infatti, il soggetto che beneficia dell’indennità di disoccupazione e accetta un altro lavoro dipendente, non perde la Naspi se il nuovo lavoro non supera un reddito annuo di 8.000 euro.
Cosa succede in caso di rifiuto di un nuovo lavoro
Non tutti sanno, infine, che il soggetto che rifiuta un nuovo lavoro perde il beneficio della Naspi. Tuttavia, tale affermazione incontra ben valide eccezioni: la perdita della Naspi avviene infatti solamente se il lavoratore rifiuta un nuovo lavoro che preveda una retribuzione congrua, intendendo per tale uno stipendio che deve essere superiore del 20% al sussidio che il disoccupato percepisce in quel momento.
Se dunque – calando un esempio concreto – il disoccupato sta ricevendo un assegno della Naspi pari a 1.000 euro, potrà rifiutare un nuovo lavoro fino a 1.199 euro (ovvero, senza superare una maggiorazione del 20% sul valore dell’assegno).
Rammentiamo altresì che è possibile sospendere la Naspi per i lavori di durata minore di sei mesi, in maniera tale da non dover operare la riduzione dell’80% del reddito, di cui sopra si è già accennato.
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