14 agosto 2017
La lunga serie di successi per Il viaggio a Reims cantato dalle voci dell’Accademia Rossiniana dedicata ad Alberto Zedda, l’ideatore di un seminario di studi sui problemi dell’interpretazione rossiniana, si è allungata stamattina, dopo la prima rappresentazione (la seconda, mercoledì 16, alle ore 11). Il Teatro Rossini praticamente tutto esaurito ha accolto un pubblico soprattutto straniero. In sala si parlava più tedesco, francese e inglese che italiano, a conferma dell’internazionalità di un appuntamento davvero unico, diventato nel tempo motivo d’ulteriore attrazione per gli appassionati. Del resto, anche il cast è cosmopolita, anche se è mancata la presenza orientale.
Quella di oggi è stata la penultima volta delle versione firmata dal regista spagnolo Emilio Sagi e ripresa da Elisabetta Courir. Dalla prossima edizione del Festival, la 39esima, Il viaggio a Reims, che conclude l’impegno pesarese degli allievi dell’Accademia, avrà la regia di Babilonia Teatri, compagnia teatrale italiana fondata nel 2005 da Valeria Raimondi ed Enrico Castellani, attesa da un compito non facile, visto il successo riscosso nel tempo dalla scelta di Sagi, la cui regia – peraltro con gli aggiustamenti positivi di Elisabetta Courir – dimostra ancora oggi tanta freschezza.
Vero è che la musica di Rossini e lo schema musicale sembrano immortali, tanto che qualcuno ha detto che avrebbe successo anche se cantato da stonati come chi scrive.
In verità, niente di stonato abbiamo registrato stamattina, fin dalla prima nota, fin dal “Presto, presto… su, coraggio!” cantato da Maddalena (Martiniana Antonie) che mercoledì sarà la Marchesa Melibea, oggi interpretata da Valeria Girardello.
Marigona Qerkezi, che prossimamente sarà Madama Cortese al Gran Teatre del Liceu di Barcellona, ha interpretato il ruolo oggi, meritando i primi applausi della mattinata. Per lei addirittura una “bravissima” mentre era ancora impegnata. Vero è che poi i bravo e bravissima si sono sprecati, firmati dallo stesso spettatore in platea. Mercoledì lascerà il posto a Noluvuyiso Mpofu e prenderà quello di Modestina, oggi Giorgia Paci che sarà Folleville nella replica.
La prima scossa, però, l’ha data, e non poteva essere altrimenti visto il ruolo di “pazzariella”, la bella interpretazione di Sofia Mchedlishvili, soprano georgiano, che ha in repertorio il ruolo di Contessa di Folleville, già cantato in passato a Wildbad. E’ piaciuta molto, sia in voce che in scena.
In verità sono piaciuti tutti, da Francesca Tassinari (Corinna), che mi è sembrata emozionata nell’esecuzione di “Arpa gentil…”, ma ha cantato con padronanza in seguito e soprattutto nel finale. Davvero bello il duetto Corinna – Cavalier Belfiore. Alasdair Kent ha confermato le impressioni – molto positive – ricavate nel concerto finale dell’Accademia. La sua voce ferma, decisa, sicura, ma allo stesso tempo dolcissima, induce a sperare che il Rof abbia trovato un nuovo… meglio non dirlo e attendere gli eventi.
L’applauso più grande, in scena e a fine recita, è andato a Roberto Lorenzi, che ha dato voce assai consistente a Don Profondo, pure in un’Aria “Io! Medaglie incomparabili” che rimanda alla perfezione di Ruggero Raimondi. Non perfetta la caratterizzazione delle nazionalità, in particolare del russo e del tedesco, ma accidenti se la voce c’è. E gli spettatori l’hanno osannato.
A proposito di tedesco: ottimo Michael Borth, che è tedesco vero e ha cantato il Barone Trombonok con una sicurezza che non ricordavo, in un ruolo che talvolta attira simpatie per le gag che propone. Borth no, ha dato solo certezze.
Applaudito anche Ruzil Gatin, Conte di Libenskof, che ha voce altissima, talvolta troppo per chi canta con lui.
Bravissimo, ancora una volta, Gurgen Baveyan, impeccabile Don Alvaro nella recitazione e nel canto. Di lui abbiamo scritto già proponendo un’intervista.
Uno dei ruoli più famosi nel Viaggio è quello di Lord Sydney, reso famoso da Samuel Ramey. Oggi lo ha interpretato Daniele Antonangeli, apprezzato dal pubblico.
Hanno cantato con attenzione Elcin Huseynov (Don Prudenzio), che sarà Lord Sydney mercoledì; Oscar Oré (Don Luigino) che scambierà il ruolo con Alasdair Kent; Emmanuel Faraldo (Zeffirino) che mercoledì sarà Libenskof; Aleksandr Utkin (Antonio).
A contendere il primato di più applaudito a Roberto Lorenzi è stato Michele Spotti, giovane direttore che ha guidato con sicurezza la Filarmonica Gioachino Rossini, molto impegnata a garantire la massima qualità a una cantata che sprizza qualità a ogni nota.
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