Rof, Torvaldo e Dorliska, musiche sublimi e magnifici protagonisti

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13 agosto 2017

Torvaldo e Dorliska, una bellissima immagine firmata Amati e Bacciardi

Torvaldo e Dorliska, una bellissima immagine firmata Amati e Bacciardi

PESARO – Che successo! Le prime delle tre opere che hanno inaugurato il 38° Rof vanno in archivio con l’ennesimo successo. La musica di Rossini piace sempre, anche quando è eseguita raramente e spettatori appassionati, sempre presenti, quasi non ricordavano lo svolgimento di Torvaldo e Dorliska che strappa applausi in continuazione.

Undici anni dopo, della precedente (7 agosto 2006) rimangono solo il regista Mario Martone, assente stasera per impegni di lavoro, l’aiuto regista Daniela Schiavone, la costumista Ursula Patzak, lo scenografo Sergio Tramonti, le luci di Cesare Accetta.

Un allestimento classico, che piace al pubblico tradizionale, con la variante della platea utilizzata come palcoscenico, si muovano Giorgio (Carlo Lepore) e il Duca d’Ordow (Nicola Alaimo) o i coristi.

Soprattutto tanta musica e bellissime voci, con Francesco Lanzillotta, al debutto pesarese, che ha diretto l’Orchestra Sinfonica G. Rossini e il Coro del Teatro della Fortuna Mezio Agostini, guidato da Mirca Rosciani. Un duo pesarese-fanese che regala ulteriori soddisfazioni al Rof, che sa di potere contare su presenze importanti, affidabili. Il Coro è piaciuto molto anche nella “recitazione”, in particolare nell’apertura del secondo atto.

Salome Jicia (Dorliska), soprano georgiano, ci incantò nel 2015 (Il viaggio a Reims, dove fu inimitabile Contesa di Folleville). E ha incantato stasera, riscuotendo calorosi applausi.

E così Dmitry Korchak (Torvaldo), tenore russo alla sua settima presenza al Rof, che pure non ha conquistato tutti causa un avvio difficile. La sua voce è possente e raggiunge alte vette.

Un trionfo per Nicola Alaimo (Foto Amati Bacciardi)

Un trionfo per Nicola Alaimo (Foto Amati Bacciardi)

Nicola Alaimo (Duca d’Ordow), il baritono trapiantato a Pesaro, è stato il trionfatore della serata, non perché giocasse in casa. Sulla scena è il vero padrone, non solo per il ruolo di tiranno.

Carlo Lepore ricorderà a lungo questa edizione, la sua decima presenza al Festival rossiniano. Non solo per l’infortunio che lo ha obbligato a un intervento chirurgico che ha lasciato molti punti nel suo braccio sinistro. Eppure il basso napoletano ha cantato con appassionato vigore, dando voce e sostanza al personaggio di Giorgio. Gli applausi sono meritatissimi.

Meritati anche quelli a Raffaella Lupinacci, mezzosoprano, una Carlotta inappuntabile. Bravo anche Filippo Fontana (Ormondo).

A trionfare, ancora una volta, è la musica di Rossini: recitativi, duetti, terzetti, sestetti, arie, cavatine, cori, uno straordinario campionario della magnificenza delle note composte dal Cigno. Ovazioni perenni.

Le repliche, sempre alle ore 20 nel Teatro Rossini, il 15, 18 e 21 agosto.

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