Pierpaolo Frega*
PESARO – Sul tema sicurezza bisognerebbe però che politica cittadini e media facessero un po’ di chiarezza e la finiscano di gettare benzina sul fuoco, tutti quanti in cerca di visibilità e facili consensi.
Si sta mescolando come un minestrone passato: sicurezza, decoro, insicurezza e degrado, passando tutto sotto la voce: non siamo sicuri!
La percezione della sicurezza, per i cittadini, passa anche per i messaggi che filtrano la politica, i media e ahimè i social.
Se si scorrono le pagine di alcuni gruppi locali, Pesaro sarebbe secondo loro in cima alle classifiche delle città più insicure del mondo, dove la politica vende fumo e le forze dell’ordine si girano dall’altra parte. Allora proviamo a fare chiarezza: insicurezza è il rom che chiede l’elemosina fuori la chiesa come quello di colore fuori i supermercati, i “parcheggiatori” del Carducci? Oppure è lo spaccio e il consumo di stupefacenti, i furti nelle abitazioni, il riciclaggio, le estorsioni, lo sfruttamento del lavoro nero, il consumo smodato di superacolici tra i giovanissimi che poi si mettono alla guida?
Perché se facessimo una seria riflessione non veicolata dal pietoso razzismo strisciante che pervade la nostra comunità, che i parcheggiatori del Carducci siano fastidiosi è innegabile, ma che siano fonte di insicurezza no! Non parliamo di parcheggiatori che si siano macchiati di rapine, violenze sessuali, omicidi, lesioni. Non è un bel vedere? Probabile. Sono petulanti? Indiscutibile. Fastidiosi? Anche, ma che loro siano un problema di sicurezza ce ne passa. L’episodio recente è isolato e di certo ingigantito oltre modo e strumentalizzato ad arte da alcuni politici (!).
La stessa società dell’apparire, che si scandalizza per il parcheggiatore, è la stessa che compra al mercato del falso, guarda caso esercitato dalle stesse persone di colore, la borsa di ultimo grido, le scarpe di marca, il giubbotto alla moda. Insicurezza sono i profughi in piazza del Popolo che sfruttano il wifi comunale? Oppure chiamiamolo col loro nome: fastidio, alias razzismo, perché sui social qualche politico fomenta i famosi 35 euro al giorno, senza ricordare che di quei soldi in tasca ai profughi non ne va nulla?
A noi preoccupa di più il proliferare di armi che si stanno vendendo, armi che capitano in mani inesperte, in soggetti che a volte si gonfiano il petto dicendo: se entrano a casa mia non escono vivi! Questa è insicurezza, questa è una società miope ed una politica assente alle preoccupazioni dei cittadini.
Questi sono i risultati di quelle criticità che denunciavamo da anni sui tagli scellerati effettuati al comparto sicurezza, questi sono i frutti che una politica al risparmio su tutto ha generato. Si deve tornare ad investire sulla sicurezza, dare certezze ai cittadini che: chi sbaglia paga, che non esistono scorciatoie e scappatoie per evitare il carcere, perché ad oggi anche un detenuto è un costo sociale.
I cittadini non devono arrivare a pensare di difendersi da soli, comprando le armi, ma non devono nemmeno dire che un parcheggiatore abusivo è insicurezza. È la politica che deve mettere in condizione il cittadino ad avere fiducia nelle istituzioni e tutelarlo, così come è la politica che di fronte al parcheggiatore e al mendicante deve saper dare una risposta concreta a prescindere dalle ordinanze sul decoro urbano.
Con buona pace dei detrattori “social” cui avremo dato materiale sufficiente per scatenare e riversare critiche cariche di odio e razzismo, perché a loro non basterebbe nemmeno una militarizzazione capillare del territorio, se poi i profughi continueranno a popolare le nostre comunità.
*Segretario provinciale Silp Cgil
Commento puntuale, ineccepibile e opportuno.
Saluti