di Redazione
14 marzo 2017
PESARO – Il Comune di Pesaro aderisce all’unione Pian del Bruscolo. Il via libera è venuto ieri sera in assise, dopo un lungo dibattito, al termine del quale la delibera, emendata, è passata a maggioranza con il voto contrario di tutta l’opposizione (favorevoli 18, contrari 11).
In seguito il Consiglio comunale ha anche eletto i 14 consiglieri che rappresenteranno Pesaro nell’Unione. Per la maggioranza Ceccaroli, Coraducci, Fraternali, Montesi, Panicali, Perugini, Carlo Rossi, Terenzi, Vitali; cinque per la minoranza: Andreolli, Bettini, Crescentini, Frenquellucci, Pazzaglia. Entra di diritto nell’Unione anche il sindaco Matteo Ricci.
Approvata anche la delibera per l’acquisizione, a titolo gratuito, di un frustolo di terreno “adibito a sedime stradale” situato in via Barilari.
Due le mozioni discusse: quella presentata dalle consigliere Crescentini, Frenquellucci, Remedi e Bezziccheri che chiedeva la “condanna dell’atto di violenza su una donna da parte del sindaco di Offida”, che è stata bocciata; e quella presentata dai consiglieri del M5S per “l’adozione dei contenuti della risoluzione regionale n. 33 all’interno del piano d’ambito prodotto dall’Ata per la gestione dei rifiuti”, che è stato votato per punti.
E ieri pomeriggio è stato anche il primo Consiglio per il nuovo segretario generale Giovanni Montaccini, nominato la settimana scorsa dal sindaco Matteo Ricci.
Adesione del Comune di Pesaro all’Unione Pian del Bruscolo
Nel suo intervento l’assessore Franca Foronchi ha ripercorso le ‘tappe’ che hanno portato ad intraprendere il percorso dell’Unione, partendo dall’Unione del San Bartolo e del Foglia, per arrivare a quella a sette: “Per ora l’Unione sarà a cinque, con Vallefoglia, Mombaroccio, Tavullia, Montelabbate e Pesaro. Gabicce Mare e Gradara intanto hanno già iniziato l’iter per aderire; si parte con alcune funzioni: Polizia locale, Protezione civile e Statistica/Servizi informativi, con l’obiettivo di ampliarle”
Remo Giacchi (Fi) non si è detto contrario all’unione dei Comuni, “ma a questa sì. Fino ad ora sono solo due i capoluoghi di provincia, in tutta Italia, che hanno aderito a una Unione dei Comuni. Credo che questa unione serva solo per raggiungere l’obiettivo del sindaco di fare di Pesaro la prima città delle Marche”. Per Bettini (Fi) “si tratta di una ‘fusione a freddo’, che è veramente cosa ardua giustificare. C’è da riflettere, tutto ciò, per tre servizi? Questa unione nasce male e finirà peggio”.
“Anche sforzandoci, è difficile trovare una logica a quello che si sta facendo – ha detto Dario Andreolli (Ncd) –, noi oggi aderiamo a un contenitore, a una cornice. Si vuole costruire un progetto bancomat, una unione dove ognuno prende quello che gli interessa, e non è giusto. Una comunità si tiene unita con progetti chiari”.
Per Marco Perugini (Pd), che tra l’altro ha presentato un emendamento (approvato dal Consiglio) alla delibera insieme alla consigliera Chiara Panicali , “ci sono delle contraddizioni negli interventi che mi hanno preceduto. Questo è un modello di amministrazione innovativo e solidale. L’obiettivo è quello di ampliare i confini culturali e amministrativi. Spero che presto, ai servizi conferiti si aggiungano anche quelli di urbanistica e lavoro”.
Per Roberta Crescentini (lista civica Siamo Pesaro) ” si tratta solo di un’operazione di marketing, più che di un progetto a vantaggio della collettività. Da questa operazione Pesaro ne uscirà penalizzata, con un carico ulteriore di lavoro per il personale del nostro Comune. Sarà un’unione come quella europea… a doppia velocità”.
“Occorre superare le paure e trovare la forza di cambiare. È essenziale per guardare al futuro”, ha sottolineato Chiara Panicali (Pd).
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