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24 febbraio 2017
Fabio Marc Battistelli*
PESARO – “Le cronache di questi giorni portano di nuovo alla ribalta il sistema di emergenza territoriale 118 della nostra provincia. A Pergola, Fossombrone e Cagli ci sono stati casi che non hanno trovato una risposta immediata dal sistema 118 mentre il sistema dell’emergenza territoriale doveva essere il pilastro che sosteneva la trasformazione degli ospedali di Fossombrone, Cagli e Sassocorvaro in ospedali di Comunità.
Abbiamo sempre denunciato, e lo facciamo ancora, che in questi casi si tratta solo si annunci mai seguiti da fatti concreti. Prima si sono trasformati i posti letto di questi ospedali e per il resto si vedrà.
Sono questi, a nostro avviso i problemi dell’emergenza territoriale nella nostra provincia:
1) Il numero delle ambulanze che le delibere regionali e Asur ci attribuiscono non corrispondono al numero delle ambulanze effettivamente in servizio;
2) Alcune delle ambulanze attualmente operative non sono dedicate solo all’emergenza territoriale ma sono utilizzate anche per trasporti da ospedale ad ospedale (vedi le due ambulanze “ospedaliere” presenti solo da noi in tutta la regione e l’ambulanza dicCentrale);
3) Il sistema di emergenza dovrebbe essere gestito anche spostando le ambulanze nel territorio in base alle esigenze che si verificano improvvisamente mentre nella realtà dell’entroterra gli equipaggi delle ambulanze 118, ed in particolare i medici, devono nelle ore diurne presenziare i punti di assistenza territoriale (Pat) ;
4) Nelle città di Pesaro e Fano non si è mai presa in considerazione la possibilità dell’auto medica pur avendo i requisiti richiesti dalle determine regionali ed Asur, ciò significa che si continua ad inviare due ambulanze nello stesso servizio lasciando scoperto parte del territorio di competenza;
5) Nella zone interne con la trasformazione dei Ppi (Punti di primo intervento) in Pat (punti di assistenza territoriale) di Fossombrone, Cagli e Sassocorvaro, sono aumentati notevolmente i trasporti da parte dell’ambulanza del 118 direttamente al pronto soccorso di Urbino lasciando la copertura del territorio al personale reperibile (l’emergenza garantita da personale reperibile è una gestione per noi inaccettabile);
6) All’ospedale di Pergola è previsto un punto di primo intervento ospedaliero ed in base alla normativa vigente dovrebbe essere gestito da personale della struttura sia medico che infermieristico. Attualmente invece, il medico è lo stesso medico che presta servizio con il 118. Questo non può reggere, se si vuole evitare episodi come quello apparso sulla stampa alcuni giorni addietro. Bisogna prevedere per il Ppi di Pergola la presenza, almeno nelle ore diurne, di due medici del 118 (presto si avrà un nuovo corso da cui sarà possibile attingere) che gestiscono emergenza territoriale e Ppi ma all’occorrenza avrebbero la possibilità di avere due equipaggi medicalizzati.
Nelle citate determine regionali ed Asur sono previste ambulanze a Barchi, Fermignano e Frontone con equipaggi non sanitari quando invece per garantire un’adeguata assistenza dovrebbero essere ambulanze il cui equipaggio è composto: da autista soccorritore ed Infermiere che si spostano nel territorio per avere risposte può veloci e professionali.
A Macerata Feltria è in servizio l’ambulanza con equipaggio autista soccorritore ed Infermiere (che di notte è anche l’Infermiere della Rsa) che possiamo definire fantasma per quello che riguarda l’emergenza territoriale 118, per il semplice fatto che in nessuna delibera, dalla 139/2016 comprese le precedenti, questa previsione risulta essere presente.
Ma di tutto questo quando ci sarà data la possibilità di discuterne e vedere concretamente qualche risultato? Invitiamo pertanto i sindaci della nostra Provincia a convocarci perché capiamo benissimo che sono questioni dove è difficile entrare nel merito se non si hanno alcune conoscenze basilari.
Chiamateci noi siamo disponibili a venire ovunque”.
*Funzione pubblica Cgil Pesaro Urbino
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