di Redazione
1 luglio 2016
Dalle membre di giunta pesaresi e da tutte le consigliere donne del Partito democratico riceviamo, e pubblichiamo, la seguente nota in risposta a Roberta Crescentini, in merito alla Mostra del Cinema e alle polemiche nate attorno alla proiezione, prevista per venerdì prossimo, del cortometraggio porno “Queen Kong”. L’esponente di Siamo Pesaro ha parlato di mancanza di uniformità, visto che in passato “le colleghe di maggioranza hanno alzato la voce quando in passato sono comparsi manifesti pubblicitari stradali lesivi della dignità della donna”. Ecco la risposta:
PESARO – La discussione che si presenta con la sezione porno della futura Mostra del Cinema nella nostra città, giunta alla 52esima edizione, non ci lascia indifferenti, checché ne dica la consigliera Crescentini. Non abbiamo fatto documenti perché stiamo cercando di capire, di analizzare e leggere tutte le critiche, positive e negative, che stanno affiorando, visto che si parla di una “scelta scientifica e culturale” e perché, quando si affida un incarico ad un esperto del settore, l’incarico ha i presupposti della fiducia totale e quindi il direttore artistico decide che indirizzo dare all’evento, che, sappiamo bene, ha risonanza europea e dà lustro alla nostra città da anni. In più sottolineiamo che molti famosi registi (Bertolucci e Franco) si sono espressi molto positivamente.
Certo sarebbe stato auspicabile che la consigliera avesse approfittato dell’evento per portarlo, come motivo di confronto, e discussione nella commissione consiliare delle donne elette e parlarne insieme per confrontarci, ma la consigliera preferisce uscire sui giornali, lamentando il nostro scarso interesse. Vorremmo ricordare alla consigliera che questa amministrazione, come quelle precedenti, è sempre stata molto attenta ai temi e alle politiche femminili.
Ci siamo sempre caratterizzate per sensibilità e per aver portato avanti battaglie per incentivare la partecipazione: anche quella citata nell’articolo relativa ai manifesti pubblicitari, per altro sollecitata anche da altre forze politiche, vuole semplicemente dimostrare che l’uso strumentale delle immagini femminili è – quella sì – una forma di scarsa cultura!
Ancora, in questo mandato, abbiamo dimostrato di avere a cuore il centro antiviolenza e la casa di accoglienza, per noi strutture importantissime che vanno assolutamente sostenute in tutti i modi, così come l’attenzione dimostrata soprattutto verso le giovani donne, perché acquisiscano sempre più la consapevolezza del proprio ruolo sociale e culturale, e affinché gli uomini riescano a ritrovarsi negli indici di qualità della società declinata anche al femminile.
E questo che ci fa dire da subito – come donne – che in un simile frangente avremmo desiderato che si fosse messa in campo una visione sistemica che tenesse conto anche del cammino fatto dalla nostra comunità e dalle donne presenti in consiglio e nelle associazioni, un cammino di valorizzazione della figura femminile e del “femminile” in senso ampio. Ci auguriamo, dopo questa risonanza “locale”, che le distonie presenti generino un nuovo dinamismo sociale che possa ricomporre le polarizzazioni.
Intanto noi continuiamo a lavorare come abbiamo sempre fatto con puntualità affinché le nostre politiche di genere siano sempre più sostenute e riconosciute dalla politica tutta.
Ci ritroviamo nel pensiero di Massimo Recalcati che nell’articolo “Il Fascino perduto del corpo nudo ai tempi del porno” apparso sulla Repubblica domenica scorsa sostiene: “Se è il senso del pudore a distinguerci dagli animali che cosa succede quando non esistono limiti? Il rischio è che si esaurisca ogni slancio erotico”.
Ah, una precisazione….I film proiettati dalla mostra del Cinema sono tutti vietati ai minori di 18 anni.
Assessore e consigliere PD
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