Benvenuto Piero Bucchi: il timoniere riminese è il primo tassello per smettere di soffrire

Benvenuto Piero Bucchi

Benvenuto Piero Bucchi

PESARO – Mentre il campionato sta ancora decidendo chi si potrà fregiare del titolo di campione d’Italia, in casa Consultinvest è già cominciata la stagione 2016-17. La prima faccia nuova è quella del traghettatore, dell’uomo che dovrà trasportare la Vuelle dalla parte bassissima a quella intermedia della classifica. Così, in un pomeriggio ancora non estivo, davanti ad oltre 200 persone, nell’elegante cornice dell’hotel Excelsior, è stato presentato al suo nuovo pubblico Piero Bucchi, riminese 58enne, da vent’anni nel basket che conta, che ha scelto Pesaro dopo cinque anni passati con alterne fortune a Brindisi. Per le prossime due stagioni, con opzione per il terzo, con la speranza che in riva al Foglia non si debba più soffrire come nelle ultime quattro annate.

E tutta la presentazione del nuovo coach biancorosso è stata improntata su questo leitmotiv, con la chiara sensazione che i tifosi pesaresi si siano stancati di dover soffrire fino alla 30esima giornata e che l’arrivo di Bucchi sia il primo segnale per alzare la famigerata asticella. Anche se naturalmente c’è ancora una squadra da costruire e da reinventare perché, nonostante le buone intenzioni, non sarà facile rivedere in maglia Vuelle due dei principali artefici dell’ultima salvezza, con Daye destinato a monetizzare una stagione da 20 punti e 10 rimbalzi di media, e Trevor Lacey pronto a sbarcare a Sassari al posto del partente David Logan, anche se prima farà un salto nelle Summer League per vedere l’aria che tira, mentre trattenere Tau Lydeka sembrerebbe meno complicato.

Si finisce così inevitabilmente a parlare di mercato, anche se sembrerebbe troppo presto, ma, quelli bravi, affermano che è nel mese di giugno che si costruiscono le grandi squadre e, nella pallacanestro, giugno significa giocatori italiani, merce preziosa quanto rara da trovare, vista la carenza di materiale umano dalla quale pescare, che fa lievitare i costi dei loro ingaggi, Così, con la sola certezza di rivedere Giulio Gazzotti rindossare la sua canotta numero cinque, si lascia intendere che sarà Venezia l’interlocutrice principale, visto che Candussi dovrebbe rientrare nei piani di coach De Raffaele, con conseguente ritorno in laguna, mentre Ceron potrebbe essere svincolato e libero di accasarsi dove più gli aggrada, con un occhio particolare per Pesaro e il play Michele Ruzzier, 23 enne di belle speranze, sarà dato in prestito e proprio la Consultinvest potrebbe essere la sua destinazione ideale, magari dietro ad un altro play italiano come potrebbe essere Peppe Poeta, stanco di fare la riserva a Trento e felice di riappropriarsi di un ruolo da regista titolare.

Bucchi parla da allenatore navigato, senza lasciarsi andare a voli pindarici e, anche per questo atteggiamento, si capisce che deve molto al suo maestro Ettore Messina, uomo che ha sempre preferito far parlare i fatti piuttosto che se stesso, ma d’altra parte non ci dobbiamo andare a cena tutte le sere con il nuovo allenatore e a Piero Bucchi si chiede di portare tutta la sua esperienza in riva al Foglia, interpretando quel ruolo di sergente di ferro che forse è mancato negli ultimi anni, con Dell’Agnello e Paolini che non avevano il necessario carisma per imporsi fino in fondo.

Nel tavolo delegato alla presentazione, oltre a Bucchi, ci sono il presidente Ario Costa, il presidente del Consorzio Amadori e Stefano Cioppi, l’uomo mercato delle ultime stagioni, anche se è chiaro che stavolta molta voce in capitolo l’avrà anche il nuovo coach, con la società che sta seriamente pensando di passare al 3+4+5, bypassando il 5+5 per mancanza di italiani validi, operazione che comunque costerebbe quasi 100mila euro. Si deciderà nei prossimi giorni, in base agli italiani che saranno disponibili, perché è chiaro che, se si confermassero solo Gazzotti e Ceron, il passaggio alla nuova formula sarebbe quasi obbligato, mentre se si riuscisse ad arrivare a gente come Cusin e Poeta cambierebbero le carte in tavola. C’è il tempo anche per prendere atto della crisi generale che sta vivendo il basket italico, con la speranza che l’eventuale approdo della Nazionale azzurra alle Olimpiadi di Rio dia una bella spinta al movimento, anche se in giornata è arrivata la decisione della Corte Europea di Monaco di Baviera in favore dell’Eurolega e, di fatto, contro la Fiba, che non aveva l’autorità per minacciare di estromettere le federazioni dai vari tornei ufficiali e, dopo il preolimpico, ne vedremo delle belle.

La sensazione è che quello tra Bucchi e la Vuelle sia un matrimonio destinato a durare per tutta la sua durata e che entrambi siano contenti della scelta intrapresa in questo particolare momento, con l’allenatore riminese che si è concesso anche qualche sorriso – ma non abituatevi troppo – e vorrà confermare di essere uno dei “top five” nella classifica degli allenatori italiani presenti in questo campionato, mentre la Consultinvest sogna di rientrare presto nelle “top five”, anche se la strada è sicuramente lunga e in salita e per questa stagione ci si dovrà accontentare anche di un posticino nelle prime otto-dieci squadre. Staremo a vedere, in un mese di giugno che dovrà dare i primi verdetti, soprattutto sul versante dei giocatori italiani. L’allenatore è stato preso, manca tutto il resto, ma ancora c’è tempo.

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