Ciclabile in Baia, gli ambientalisti di Lupus: “Tracciato perverso realizzato illecitamente”

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2 giugno 2016

Da Flavio Angelini, presidente di La Lupus in Fabula – Associazione Ambientalista, riceviamo e pubblichiamo la seguente nota:

Pista ciclabile in Baia Flaminia: SI’ MA NON COSI’

Inaugurazione ciclabole in Baia

Il sindaco Matteo Ricci in bici il giorno dell’inaugurazione della pista ciclabile di Baia Flaminia

PESARO – Ormai la dichiarazioni affabulanti e populiste del sindaco Ricci non ci stupiscono ma ci obbligano a repliche che ci auguriamo pian piano possano entrare nella mente di chi a Pesaro ha ancora occhi per vedere, orecchie per sentire, senso critico per comprendere.

Che qualunque, pur legittimo, malpensante nei nostri confronti si tolga dalla testa che noi, Lupus, Associazione Ambientalista, siamo contro le piste ciclabili: la mobilità sostenibile fa parte del nostro DNA.

La pista ciclabile di un luogo già magico come la Baia, ora in fase di trasformazione in Luna Park permanente ed in luogo di feste della Birra, è “perversa” nel tracciato, “illegittima” nella realizzazione. Un tracciato, che così concepito (sia nel vigente Piano Spiaggia, quello del 2005, che in quello in fase di adozione) va nel solo ed esclusivo interesse dei bagnini e non certamente di chi vuol raggiungere la Baia per un giro in bici, dei residenti che vogliano utilizzarla per spostarsi da lì ad altre zone della città, o anche di chi vuol andare al mare, facendo due passi a piedi per raggiungere gli ombrelloni, se la pista fosse stata realizzata ai lati dei viali Parigi e Varsavia, senza tagliare in due il Campo di Marte. Così concepita, la pista ciclabile andrà a regalare, cosa che sta già avvenendo, altro spazio (gratuito e non in concessione) ai bagnini, quello tra il perverso percorso e l’inizio degli stabilimenti balneari.

Pista illegittima nella realizzazione, per almeno due motivazioni (già riportate nelle “Osservazioni” al Piano Spiaggia presentate da noi e da vari altri soggetti, osservazioni che attendono ancora una risposta dal Comune): la prima, laddove l’arenile ospitava grandi zone di vegetazione psammofila, la stessa è stata accuratamente “spianata e livellata” dalle ruspe messe in azione dal Comune – o da altri soggetti non contrastati dal Comune – come “ripulitura” dell’arenile, nella primavera del 2015. La presenza della flora oggetto di tutela comunitaria è ampiamente documentata, in vari Progetti e studi, quali  la relazione tecnica sulla vegetazione costiera delle Marche “Censimento e monitoraggio degli habitat 1210, 2110 e 2120” redatta dall’Università Politecnica delle Marche nel 2014. Non solo il Comune non si è preoccupato di mantenere quello che una norma comunitaria obbliga a conservare, ma si è provveduto a distruggere accuratamente l’esistente.

La seconda motivazione è riferibile a quanto previsto dall’art. 8 delle Norme Tecniche di Attuazione del “nuovo” Piano Spiaggia (quello vigente, del 2005 è ancora più restrittivo al riguardo), laddove recita che il “percorso ciclopedonale dovrà essere realizzato in appoggio sul terreno senza utilizzo di manti asfaltati permanenti”; nelle nostre “Osservazioni”, avevamo suggerito “ mediante l’inserimento di una griglia permeabile (tipo nido d’ape, a maglia fine, di materiale plastico) con riempimento di ghiaia di pietra locale o terreno con manto erboso, senza utilizzo di manti asfaltati o solette in c.a.”.

Ora, sfidiamo Ricci, Belloni, tutta la Giunta insieme, anche muniti di pale meccaniche, a sollevare la pista che sarebbe dovuta essere realizzata “in appoggio sul terreno”. Se il sindaco “ambientalista” Ricci ci riuscirà – e quindi se ci smentirà pubblicamente – gli offriremo la tessera di socio Onorario Lupus, ovviamente a titolo gratuito.

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