Finalmente Marche Nord, Ceriscioli e Capalbo promettono 131 assunzioni: “Avanti con l’ospedale unico”

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28 maggio 2016

Luca Ceriscioli (Regione Marche) e Maria Capalbo (Marche nord)

Luca Ceriscioli (Regione Marche) e Maria Capalbo (Marche nord)

PESARO – In meno di dodici mesi, sette nuovi direttori siedono alle poltrone di Marche Nord. Alcuni sono volti noti, già in forza da tempo, altri sono vere new entry. Come Stefano Bianchi, nuovo primario della Farmacia Interna, e Pierangelo De Simoni, che ha lasciato la direzione dell’Ortopedia di Urbino per arrivare a Marche Nord due mesi fa. L’ultima nomina è recente: Giacomo Pellegrini, che già da alcuni anni ricopriva il ruolo di facente funzioni in Oculistica, proprio ieri è diventato ufficialmente direttore. Il 2015 si è chiuso con la nomina di Marina Simoncelli alla Medicina Fisica e Riabilitazione, a cui sono seguiti, nel 2016, Stefano Loffreda al Pronto Soccorso e Medicina d’urgenza di entrambi gli stabilimenti di Marche Nord, Augusto Sanchioni alla direzione dell’Anestesia e Rianimazione del Santa Croce di Fano, e Monica Bono alla guida della Fisica Sanitaria.

Il direttore generale di Marche Nord Maria Capalbo, insieme al presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, in una lunga conferenza stampa ha messo in fila la nomina dei nuovi direttori, il piano assunzioni e la riduzione dei tempi di attesa.

PERSONALE

“Pochi giorni fa la Regione ha approvato il piano assunzioni 2016 e la programmazione 2017-2018 – osserva Maria Capalbo – Tre sono i passaggi fondamentali: il primo riguarda il turn over al 100%; il secondo la riduzione dei tempi flessibili, ossia il passaggio dei tempi determinati in indeterminati; il terzo, il più importante, riguarda le 131 assunzioni, ossia 131 persone in più. Questo personale, che per Marche Nord rappresenta una svolta epocale, è destinato alla qualificazione e al potenziamento dell’azienda ospedaliera. Assunzioni per il potenziamento della Neurochirurgia, Neuroradiologia e Neurologia: verrà attivata la radiologia interventistica e la neuroradiologia sulle 24 ore, mentre oggi lavora sulle 12 ore con l’abbattimento delle liste di attesa di Tac e Risonanza. Potenziamento della Emodinamica, abbattimento delle liste di attesa di Cardiologia, attivazione della procreazione medicalmente assistita dal 1 giugno con arruolamento delle coppie e assunzione di due ginecologi, 4 ostetriche e 2 genetisti. E ancora: potenziamento delle specialistiche di Ortopedia, Oculistica e Otorino, attivazione e potenziamento della Breast unit a livello provinciale con l’arrivo, atteso per il 16 giugno, del nuovo responsabile, Cesare Magalotti. Anche qui lo scopo è chiaro: aumento dell’attività operatoria, della mobilità attiva e riduzione di quella passiva. Infine il potenziamento,  da luglio, della terapia neonatale h24. Tutti progetti di sviluppo dell’attività orientati all’abbattimento della mobilità passiva e dei tempi di attesa”.

LA MISSIONE REGIONALE

Il governatore lo ha detto più volte: “Fino a quando non sarà chiuso il capitolo personale resterò a presidiare l’assessorato”. Quattro i grandi temi: personale necessario, riduzione dei tempi di attesa, turnistica e potenziamento dei servizi. “In parole povere, restituire forza alle quattro aziende regionali – precisa Luca Ceriscioli – Per Marche Nord è ancora più rilevante: l’azienda non è mai stata messa in condizione di fare l’azienda e con questo piano recuperiamo, per la prima volta, una piena capacità lavorativa. Perché Marche Nord è al servizio della comunità locale, ma soprattutto di quella regionale. Ricordiamoci, infatti, che una azienda ospedaliera deve ricoprire un bacino superiore a quello del suo territorio. Poterlo fare con tutti i professionisti e con una forza – in termini umani – di grande qualità, ci permetterà di rispondere al quotidiano del cittadino, che vuole più servizi e riduzione dei tempi di attesa, ma anche di sviluppare le specialità che servono ai bisogni di salute più importanti”.

OSPEDALE UNICO

“Sistemato il contenuto di Marche Nord – chiude Ceriscioli – è molto importante anche il contenitore. Lo dico a chiare lettere: io l’ospedale lo voglio fare perché continuare ad operare su tre strutture distinte, è un vincolo troppo importante. Sto facendo il possibile per arrivare ad una scelta condivisa e credo di essere vicino alla chiusura di questa partita: sul territorio abbiamo lavorato per dare valore all’azienda unica e andare verso una struttura unica. Perché oggi l’ospedale della città non esiste più. Il dibattito politico spesso finisce lì: perdiamo il nostro ospedale, acquistiamo un ospedale. Queste strutture hanno un bacino di 600mila abitanti e sono patrimonio di tutte le comunità. Così vanno pensate e solo uscendo da una logica campanilistica si troverà una soluzione condivisa”.

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