I Carabinieri arrestano un fanese ubriaco, fuggito dopo aver investito un 17enne su un ciclomotore

Carabinieri FanoFANO – A tarda sera arriva la chiamata al 112 di due giovani moldave. Hanno assistito ad un incidente stradale e riferiscono che un uomo a bordo di un’autovettura, dopo aver investito un ciclomotore con un ragazzo a bordo, si era dato alla fuga. I militari intervengono immediatamente e trovano le due donne ancora sul luogo dell’incidente. Il ragazzo nel frattempo era stato trasportato dal 118 al pronto soccorso di Fano. Le donne confermano quanto segnalato al 112 dando indicazioni esatte sulla dinamica e fornendo il numero di targa del fuggitivo. Partono le ricerche: il proprietario del mezzo è conosciuto dai militari e, poco dopo, raggiungono la sua abitazione. Sotto casa l’autovettura indicata presenta ammaccature al paraurti e la targa parzialmente staccata. I militari suonano al campanello e dopo innumerevoli tentativi l’uomo, appena aperta la porta, investe i militari con una caterva di insulti. L’uomo, decisamente fuori controllo per abuso di alcool viene ricondotto alla ragione e convinto a salire sul mezzo dei carabinieri. Vinte le ultime resistenze, l’uomo viene portato in caserma e sottoposto all’alcool test. I risultati confermano valori di alcool fuori limite massimo. Il ragazzo investito, un 17enne di Bellocchi, viene dimesso dal pronto soccorso con 10 giorni di prognosi per contusione alla caviglia destra ed anca destra con escoriazioni superficiali.

Carabinieri FanoL’uomo fermato, A. S. 35enne di Sant’Orso, già sorpreso in passato alla guida sotto effetto di droga e alcool e con pregiudizi di polizia in materia di stupefacenti e reati contro il patrimonio, viene tratto in arresto in flagranza di reato per violenza e resistenza a pubblico ufficiale, nonché deferito in stato di libertà per guida sotto effetto dell’alcool e omissione di soccorso. Il Giudice ha convalidato l’arresto e rimesso in libertà l’uomo in attesa del processo.

Il parte del 17enne ha rivolto sentiti ringraziamenti alle due moldave che, dopo aver soccorso ed assistito il figlio fino all’arrivo dell’ambulanza, hanno fornito preziose indicazioni dando un contributo fondamentale all’individuazione del colpevole.

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