Promozione honoris causa: i molti meriti dell’Alma

di 

23 maggio 2016

La curva granata: coreografia dei tifosi del Fano

La curva granata: coreografia dei tifosi del Fano

Sandro Candelora*

FANO – C’è chi, come Vasco, vuole trovare un senso a questa vita, e c’è chi invece il significato del tutto può a giusta ragione affermare di averlo individuato. E’ patron Gabellini, che all’indomani del bagno di gioia, orgoglio e passione del match decisivo contro il Campobasso deve essersi risvegliato con una consapevolezza complessiva finale tale da riassumere alla perfezione mille convincimenti preesistenti, tutti motivatissimi. Accarezzando nella mente la sintesi suprema, insomma. La quadratura del cerchio a lungo inseguita ed ora finalmente raggiunta. Che si incarna nel protocollo definitivo da sbattere sul tavolo della stanza del potere ove verrà deliberato chi sarà dentro (la Lega Pro) e chi al contrario resterà mestamente fuori.

Sarà un tomo ponderoso quello che il presidente granata potrà esibire e vogliamo proprio vedere se qualcuno sfogliandone le pagine avrà l’ardire di obiettare che le argomentazioni non sono vincolanti e inconfutabili. Dunque, sul piatto della bilancia andrà messa una squadra (un gruppo impagabile, quello di Alessandrini, che ha saputo coinvolgerci emotivamente come pochi altri nella storia recente del club) che in un biennio ha saputo raccogliere ben centoquarantadue punti. Scusate se è poco. Esibendosi puntualmente da protagonista assoluta e confermando l’assunto che è ben più difficile disputare due campionati di fila al vertice (segno di competitività nel tempo) che vincerne uno solo, in un exploit pur sempre episodico. E dietro la formazione c’è una società sana e ben gestita, priva di debiti e monda della macchia del fallimento, peccato originale che ha coinvolto e sta coinvolgendo tuttora (in certi casi anche più di una volta) un nutrito elenco di piazze sparse qua e là per la Penisola.

Alle spalle di entrambe c’è poi un pubblico che per numero e partecipazione teme pochi confronti pure su ribalte superiori. Una tifoseria caliente ma corretta che sa far muro compatto e trascinare i propri beniamini alla meta, nel mentre la sua voce trova riscontro ufficiale nell’ambito societario mediante l’azionariato popolare, rispondendo in tal modo ad un altro dei desiderata del governo del pallone. Vogliamo aggiungere il blasone ultrasecolare e l’importanza della città? Massì, buttiamo tutto sul banco e vediamo un po’ chi ha carte migliori di queste da giocare. Stavolta, va sottolineato, non si accettano bari o mazzi truccati. E in tal senso occorrerà vigilare attentamente. Perché la vittoria morale va alla buon’ora sancita con quella materiale. Per un riconoscimento meritato. E ora preteso. In quanto sacrosantamente dovuto.

*Opinionista Alma Juventus Fano

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>