di Redazione
23 maggio 2016
ANCONA – Il M5S ha elaborato una proposta di legge che, come tipicamente avviene, è stata discussa sulla piattaforma regionale LEX del movimento, ove vengono raccolte le osservazioni degli attivisti pentastellati sulle leggi proposte dai portavoce eletti; la proposta consolida il fatto che la competenza esclusiva in materia di diritto allo studio sia regionale, contiene strumenti di valorizzazione della partecipazione studentesca (introducendo la Consulta regionale degli studenti), razionalizza gli organi di gestione (Consiglio di Amministrazione, Conferenza regionale sul diritto allo studio universitario), introduce un adeguato controllo di gestione e verifica gli effetti pratici dell’applicazione della legge con una clausola valutativa (tramite una relazione biennale sullo stato di attuazione da tramettere all’assemblea legislativa). Con questa nuova impostazione “incidenti di percorso” come quello del Buon Pastore di Ancona, non saranno più possibili.
Viceversa la giunta regionale naviga senza bussola in una notte nebbiosa. Infatti si ha notizia di due bozze di legge inerenti la riorganizzazione degli enti per il diritto allo studio, che giacciono impantanate sul tavolo dell’assessore Loretta Bravi, poiché i vari attori (rettori, sindaci, sindacati dei dipendenti) non riescono ad individuare un’idea di riforma condivisa. La prima ipotesi tenderebbe a formare un ente unico regionale, mentre la seconda affiderebbe la gestione dei servizi erogati direttamente alle Università.
Per Fabbri entrambe le ipotesi sono sbagliate, in quanto con la prima si provocherà l’accentramento dell’erogazione dei servizi e la standardizzare delle modalità di gestione, rischiando di non rispettare le peculiarità di ogni realtà territoriale, radicalmente differente l’una dall’altra, penalizzando le buone esperienze ora presenti in ciascun ente. Mentre la seconda ipotesi, depaupererebbe le competenze tipiche regionali sul diritto allo studio in favore di ciascuna università, che ha nel proprio DNA sicuramente la ricerca ma più raramente la gestione ed erogazione puntuale di servizi diffusi: occorre ricordare che gli ERSU erogano oltre un milione di pasti all’anno, gestiscono circa 3400 posti letto, attribuiscono oltre 5400 borse di studio.
In attesa che la giunta emerga dalle sabbie mobili, il M5S mette sul tavolo della commissione regionale competente la propria proposta, nella speranza che un anno di commissariamento imposto all’ente non pregiudichi la qualità dei servizi erogati agli studenti.
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