Sicurezza, quella sconosciuta. Anzi per Frega (Silp) è l’ennesima incompiuta

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12 maggio 2016

Pierpaolo Frega

Pierpaolo Frega, segretario provinciale del Silp

Pierpaolo Frega*

PESARO – Nel Paese delle grandi incompiute, cui oramai ogni cittadino italico è avvezzo e nemmeno prova più indignazione, la sicurezza anche potremmo definirla l’ennesima grande incompiuta.

Se dati alla mano constatiamo che i furti hanno avuto un incremento del 18,7%, gli scippi il 35,7%, le rapine il 14,7%, le rapine in casa addirittura il 52,3% e le rapine in strada il 21,6%, negli ultimi 4 anni (fonte elaborazione dati Istat anni 2010/2014), ci rendiamo conto che il sistema sicurezza presenti evidenti falle nella sua applicazione.

La situazione nella nostra provincia non è dissimile, perché sebbene ci si affretti a presentare dati sempre in controtendenza, questi dati non tengono conto che c’è una stragrande maggioranza di persone che, di fronte a certi accadimenti, ha rinunciato a sporgere denuncia. Basti pensare che più del 97% dei furti in abitazione resta privo di un colpevole e del rinvenimento del maltolto.

Quindi l’incompiuta eccola materializzarsi di fronte agli occhi di tutti e all’impotenza che i cittadini provano di fronte a questa fenomenologia.

A questa deriva le forze di Polizia provano in maniera continua con abnegazione a contrastarla, ma con i pochi mezzi e le poche risorse a disposizione spesso anche la volontà e la dedizione rischiano di rimanere entità impalpabili ai più.

Siamo alle porte della nuova stagione estiva e come ogni anno in questo periodo il Ministero svolge avvicendamenti e trasferimenti nei suoi uffici dislocati sul territorio.

La provincia di Pesaro e Urbino rischia per l’ennesima volta di restare a bocca asciutta se non che per intercessione politica si solleciterà il Ministero a rendersi conto che con questi numeri poter assicurare uno standard decente di sicurezza per il territorio, i cittadini e tutte quelle migliaia di turisti che sceglieranno le nostre coste e le nostre città  per le loro ferie, sarà impossibile.

Avere un territorio sicuro è anche sinonimo di investimenti futuri, di rilancio delle attività economiche, di sviluppo e crescita, Pesaro e la sua provincia sta cercando di lanciarsi come città, non solo con ampia visione nazionale, ma addirittura europea, siamo quindi sicuri di non incorrere in brutte figure, oppure dobbiamo continuare a sperare nella sorte?

In queste settimane appena trascorse si sono riempite pagine di quotidiani con dichiarazioni più o meno sterili sul pericolo mafia, infiltrazioni dubbi e sospetti.  Ebbene che risposte abbiamo avuto? Nessuna. I giornali avranno venduto qualche copia in più, qualcuno si sarà interrogato forse anche preoccupato, altri avranno dato le loro ricette, la politica ha fatto sfoggio dei battibecchi retorici e consueti, ma all’atto pratico, cosa è successo? Presidi rinforzati? No! Maggiori controlli? No! Maggiore attenzione alla sicurezza? No!

Mentre la questione si tacitava, siamo stati invece sottoposti nel dover dare risposte immediate di accoglienza ai numerosi migranti che il nostro territorio ha dovuto ricevere, migranti cui nemmeno noi oggi sappiamo dare non dico un futuro, ma addirittura un presente dignitoso.

Se n’è parlato? Qualcuno si è preoccupato di supportare le forze dell’ordine in questa operazione unanitaria? Sì! I volonterosi volontari, e scusate il gioco di parole. I sanitari, le cooperative. Ma la politica dove era?

Migranti che loro malgrado ingolfano l’attività quotidiana di Polizia, che impongono protocolli da rispettare per la tutela della salute dei lavoratori impegnati nella loro trattazione; donne e uomini che rischiano in assenza di un domani, anche  loro, di ingrossare le fila della criminalità micro e macro che sia, aumentando la sensazione di disagio, l’intolleranza ed un non malcelato razzismo.

Come al solito le forze dell’ordine sono state lasciate sole al loro destino, un po’ come i migranti, accomunati solo dalla capacità di arrangiarsi e trovare positività anche nelle situazioni limite.

Che la sicurezza latiti e che spesso i rimedi “fai da te” siano peggiori delle cure tradizionali lo testiamoniano nei fatti i due referendum di iniziativa popolare per la modifica  della legittima difesa e dell’eccesso colposo. In un vortice emozionale, dettato essenzialmente dall’assenza endemica dello Stato, assistiamo alla riorganizzazione in proprio dei cittadini, personalmente non condivisibile ma nemmeno giudicabile, tu stato non mi tuteli, ti pago le tasse non mi difendi, mi organizzo da solo, modificando le leggi. Classico esempio di deriva morale che una nazione come l’Italia non può e non deve permettere.

La palla la rilanciamo alla politica, a tutti gli esponenti, da destra a sinistra passando anche per quelli che non accettano inquadramenti ideologici, cari sindaci, cari parlamentari, il territorio i cittadini e i lavoratori attendono da anni soluzioni, provate a dare una risposta comune ed efficace, non rischiate anche questa volta  di presentarci  l’ennesima incompiuta. Noi con questi numeri a disposizione non ce la facciamo più.

*Segretario provinciale SILP CGIL

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