di Redazione
27 aprile 2016
PESARO – Lunedì sono stati convalidati gli arresti di due albanesi – Huti Gezim (37 anni) e Velija Jetmir (21 anni) – e di un barese Francesco Giovannielli (32 anni), tutti residenti a Pesaro, tutti con un corposo pedigree di precedenti per rissa, aggressioni, minacce, guida in stato di ebbrezza, furto, ricettazione. Sono stati fermati nella notte tra venerdì e sabato scorsi con le accuse di incendio doloso, minacce aggravate, tentate lesioni e porto ingiustificato di armi da taglio.
Un’operazione i cui risultati sono stati resi noti oggi dalla Questura di Pesaro-Urbino che ha riepilogato una vicenda cominciata all’1 di notte fra il 22 e 23 aprile quando era stata recepita la segnalazione di un furto in atto in via Boiardo a Pesaro. Ma, arrivata sul posto, la Volante della Polizia constatava che diversamente a quanto comunicato telefonicamente, alcuni ignoti avevano lanciato contro una finestra dell’appartamento in questione del materiale infiammabile che si stava velocemente propagando all’interno del bagno dell’abitazione. L’immediato intervento dei Vigili del Fuoco, allertati dalla Volante, ha permesso di spegnere le fiamme con tempestività.
La Polizia, messe in atto le indagini, scopriva che poco prima tre individui si erano introdotti furtivamente all’interno del cortile a stretto giro di posta dell’incendio. Contestualmente si appurava come esistessero dei forti dissapori tra la coppia che in quel momento stava risiedendo nell’abitazione e i rispettivi ex partner (un ragazzo albanese e una ragazza italiana) i quali da tempo stavano mettendo in atto nei loro confronti comportamenti minacciosi sulla ruota di ripicche passionali e diverbi sfociati in affronti da riparare.
Nel corso dell’intervento, inoltre, giungeva al telefono del ragazzo dell’abitazione di via Boiardo una chiamata da parte di uno dei tre soggetti poi arrestati in cui proferiva la frase “Ti è piaciuto il giochetto?” accompagnato da un contorno di toni di sfida e minaccia. Chiamata che offriva lo spunto ai poliziotti, che ascoltavano in viva voce la conversazione, di suggerire al ragazzo di organizzare nell’immediatezza un incontro nell’abitazione consentendo ai poliziotti di occultarsi nei pressi della casa per un pronto intervento.
Appena 10 minuti dopo la telefonata, i tre soggetti giungevano sul posto – senza accorgersi della presenza dei poliziotti – e quantomai decisi ad affrontare il ragazzo. Ai primi tentativi di violenza e minacce di morte, i tre individui sono stati bloccati dall’intervento della polizia. E nonostante la presenza degli agenti, i tre pregiudicati continuavano a inveire verso la coppia con pesanti minacce evidenziando la pericolosità che avrebbe potuto sfociare in un reato potenzialmente di ben più grave entità. Ipotesi avvalorata anche dal rinvenimento di un coltello, lasciato cadere nel cortile. Per i tre arrestati è stato emesso il procedimento di arresti domiciliari.
Lascia una risposta