di Redazione
18 marzo 2016
CAGLI – Alle 4 della notte arriva una telefonata al 112. Un uomo di Cagli segnala una lite furibonda nel palazzo in cui vive. I carabinieri della locale stazione, dopo pochi minuti, raggiungono la palazzina. Dopo poco sentono delle urla, localizzano l’appartamento, sfondano la porta e scorgono un magrebino con un lungo coltello in mano sopra ad un connazionale disteso a terra supino con le gambe bloccate dalle ginocchia dell’altro. Il carabiniere urla all’aggressore di fermarsi, questi in risposta tira due fendenti al connazionale, uno alla coscia ed uno al gluteo. Il carabiniere afferra il manganello in dotazione e colpisce deciso l’aggressore alla mano finché non molla il coltello che allontana con un calcio. Prova ad ammanettarlo ma il magrebino reagisce. Ne nasce una colluttazione nella quale il magrebino cerca ripetutamente di colpire il carabiniere con calci e pugni finché non viene immobilizzato. Arriva in supporto un’autoradio della radiomobile di Fano e insieme conducono l’aggressore in caserma.
Nella tasca del giaccone i militari trovano 16 grammi di hashish motivo per il quale verrà segnalato alla Prefettura. Chieste spiegazioni circa il motivo del gesto, nessuno ha saputo dare una risposta lucida e convincente.
L’aggredito, sanguinante in più parti del colpo, viene trasportato al pronto soccorso di Urbino. I sanitari riscontrano “4 ferite compatibili da arma bianca, una al gluteo sinistro, una alla regione anca sinistra, una alla regione posteriore coscia sinistra ed una alla regione anteromediale coscia destra, nonché una ferita stellata lacera al cuoio capelluto nella regione parietale sinistra compatibile con trauma da corpo contundente” giudicato guaribile in 20 giorni.
L’aggressore – 38enne nato in Marocco e residente ad Acqualagna – pluripregiudicato, è stato tratto in arresto in flagranza di reato per lesioni personali aggravate e resistenza a pubblico ufficiale. In mattinata il Giudice del Tribunale di Urbino ha convalidato l’arresto e disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari in attesa del processo che si terrà l’8 aprile.
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