“Stadio confusionale: le sterili polemiche sul Mancini”

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16 ottobre 2015

I tifosi della Vis davanti al cancello dello stadio Mancini

Tifosi davanti al cancello dello stadio Mancini

Sandro Candelora*

FANO – E’ stata una settimana da sussurri e grida, quella che ha fatto da stucchevole corollario ai fattacci verificatisi domenica scorsa al termine di Alma-Samb. A prendere la parola sono stati un po’ tutti, tra scribi, politicanti, sindacati di categoria, alte cariche istituzionali, tifosi, gente comune, residenti e varia altra umanità. E’ mancato solo che intervenissero il Vaticano e la Casa Bianca per rendere il dibattito pienamente globale. E se ne sono sentite davvero di tutti i colori, in uno spettro di estemporanee amenità che sono andate dalla risibile minaccia di chiudere lo stadio (per quale fondato motivo, di grazia?) all’utopica proposta di costruirne uno tutto nuovo (perché mai, dove e soprattutto con quali soldi, se è lecito?).

L’unica presa di posizione che è mancata è stata quella che era veramente necessaria, resa doverosa dall’obiettiva analisi dello svolgersi degli eventi, che chiama in causa responsabilità univoche e chiare, non mascherabili dal facile scarica-barile o da alibi che non reggono. L’ammissione di colpa avrebbe dovuto venire da chi ha gestito l’ordine pubblico (e non stiamo parlando delle forze di polizia, anch’esse vittime della mala parata) in maniera schizofrenica, assurda, del tutto sganciata dalla realtà. E siccome ben altre tre situazioni analoghe riconducibili alla stessa origine si sono verificate a brevissima distanza di tempo il dubbio sulla reale capacità di gestire le manifestazioni sportive da parte di chi ad esse è preposto si ingigantisce sempre più e diviene ormai certezza di acclarata inettitudine.

Non ci si venga a dire che il ‘Mancini’ è situato in un quartiere popoloso, ché non siamo nati ieri. Lo era anche negli anni ’80 e ’90, periodo culminante del fenomeno ultrà, quando le masse in movimento erano ben maggiori rispetto ad oggi e allo stadio, ammettiamolo, ci si andava veramente armati di spranghe, coltelli e quant’altro utile alla guerriglia. Ebbene, all’epoca di episodi simili e così frequenti non vi è traccia.

No, la verità è un’altra e chi, lautamente pagato dietro una scrivania ahimé del tutto avulsa dal pianeta terra, ha un preciso compito dovrebbe riconoscere l’evidenza. Non bisogna del resto essere generali o ammiragli decorati per comprendere l’importanza di prevedere opportuni percorsi di sicurezza per le tifoserie ospiti, concentrane i mezzi di trasporto in un’unica area vicina all’ingresso (quello giusto, per carità!) e impedirne ogni contatto con i supporters locali. Troppo difficile da capire? Beh, se non si è capaci di elaborare tali concetti elementari appare lampante che non si è all’altezza della situazione. Altrove ci si dimette (o si è rimossi) per molto meno. Qui ci si arrocca con alterigia a difesa di un castello di carte. False come certe bugie dalle gambe corte.

*Opinionista

Un commento to ““Stadio confusionale: le sterili polemiche sul Mancini””

  1. GUS scrive:

    Complimenti parole sante…via gli incapaci!!!!!

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