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7 ottobre 2015
Giovanni Dallasta*
PESARO – In questi giorni, sui quotidiani e social, si è appresa la notizia dell’esistenza di alcuni casi di Tbc e Malaria all’Ospedale San Salvatore di Pesaro. Si tratta di tre persone provenienti dall’Africa sub Sahariana. Chiaramente i medici hanno subito cercato di tranquillizzare la popolazione dichiarando che a Pesaro ci sono reparti dedicati a malattie infettive e quindi con possibilità di isolamento dei pazienti e di autogestione dei casi.
A me non preoccupa tanto quando il paziente è ricoverato, ma preoccupa molto il tempo in cui il malato è stato in circolazione, soprattutto per quanto riguarda la tubercolosi, inoltre trattandosi di immigrati sorgono dei dubbi circa il check up medico che viene eseguito su di loro prima dell’ingresso nella comunità. E’ folle pensare di prestare più attenzione alla sistemazione logistica del profugo che al suo stato di salute. Capisco che la sistemazione logistica porta soldi nelle tasche di alcuni, mentre il check up medico è un costo, ma dal punto di vista della salute pubblica è inaccettabile che un profugo, che con molta probabilità è stato a contatto nel suo paese con malattie come Ebola, Hiv, Lebbra, Tbc, malaria etc. sia libero di circolare senza alcun controllo medico approfondito.
Il Sindaco è responsabile della salute pubblica e sarei curioso di sapere se sono state fatte riunioni per affrontare il problema o è allo studio un piano di emergenza nel caso (come si sta verificando) ci sia un aumento incontrollato di casi. Inoltre mi domando se esiste un protocollo a cui devono attenersi ASUR e Comune per assicurare che gli immigrati non siano portatori di malattie endemiche e non, al loro ingresso in città. Ritengo che questo problema non sia da sottovalutare in quanto, quello che il nostro paese sta vivendo, è molto simile ad una guerra batteriologica.
* Consigliere Comunale Pesaro (Lista Civica “Siamo Pesaro”)
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