“C’è una speranza per l’ospedale Lanciarini di Sassocorvaro”: parla il sindaco di Lunano

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2 ottobre 2015

L'ospedale civile Lanciarini di Sassocorvaro

L’ospedale di Sassocorvaro in una foto di repertorio

SASSOCORVARO – Una nuova speranza per mantenere l’ospedale di Lanciarini di Sassocorvaro. Dopo la riunione dell’11 settembre nel Comune che ospita il nosocomio, si è prospettata una nuova soluzione. A spiegarlo Mauro Dini, sindaco di Lunano, che ci ha contattato personalmente per spiegare l’evoluzione della battaglia.

Sembrerebbe che l’atto di convertire, come prevede la legge regionale 735 del 20 maggio, l’ospedale in casa della salute, come per Cagli e Fossombrone, non sia fattibile in virtù del paragrafo 9.2.2 del decreto Balduzzi del 2012. Dini, che assieme agli altri 21 sindaci coinvolti cercano una soluzione per la struttura sanitaria.

Lunano si trova a circa 50 minuti da Urbino, quindi non rientrerebbe nel paragrafo indicato, che considera come “zona disagiata” i 60 minuti, ma alcune zone più remote del Comune superano l’indicativa distanza oraria. Inoltre lo stesso territorio risulta impervio anche a causa dell’asfalto consumato, causa anche dei numerosi mezzi presenti che transitano nella vivace zona industriale, all’ingresso del paese. Senza dimenticare le avverse condizioni climatiche che colpiscono la zona in inverno.

“In questi giorni, dopo l’assemblea dell’11 settembre, con gli altri sindaci, a Sassocorvaro abbiamo cercato una soluzione per salvaguardare l’ospedale di Sassocorvaro, cercando di evitare la conversione in casa della salute: la soluzione è nel decreto Balduzzi”. Così il sindaco Mauro Dini, che spiega: “Subito dopo Lunano, inoltre inizia la zona pre-montana con Piandimeleto, Belfore all’Isauro, San Sisto (frazione di Piandimeleto) e anche Sestino. Inoltre c’è anche la zona di Carpegna, e lì parliamo di montagna”.

Ora come procedere, per far valere quell’importante paragrafo del decreto?
“Abbiamo scritto al presidente della Regione Luca Ceriscioli, che ricopre anche il ruolo di assessore alla Sanità, e al direttore del servizio sanitario regionale Piero Ciccarelli, sperando di ricevere una risposta positiva. Poi si inizierà a discutere se mantenere tutti i servizi, la cosa importante è che al bacino dei 40mila abitanti venga garantito il diritto alla salute e una struttura in grado di accogliere le emergenze”.

Tra la popolazione c’è preoccupazione che venga smantellato lo storico ospedale, ma tutti gli amministratori locali sembrerebbero coesi per vincere la battaglia, perché come è emerso dalla stessa assemblea generale di settembre è un’importante questione che riguarda tutta la popolazione, e i colori politici rimangono fuori.

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