di Redazione
30 settembre 2015
PESARO – Chiuso il primo round di confronto al Mef sulla legge di stabilità tra governo e direzione Anci, Matteo Ricci vira al Viminale. In agenda, nel pomeriggio di ieri, c’è l’incontro con Gianpiero Bocci, sottosegretario dell’Interno con delega agli enti locali. Sul tavolo il chiarimento sul parere negativo del ministero in merito alla fusione San Fermo-Cavallasca, nel Comasco, rispetto ai benefici sul patto di stabilità. Vertice che dura il tempo di un lampo perché…il famoso parere circolante, in realtà, non c’è. Così Ricci: «Il sottosegretario ha escluso categoricamente l’esistenza di pareri negativi del Viminale».
Rispetto al caso specifico e, più in generale, «sui benefici relativi al patto di stabilità nelle fusioni per incorporazione. Peraltro, il Comune di Pesaro ha ritenuto chiara la legge fin dall’inizio». L’ulteriore notizia della giornata è il sì della Provincia sulla proposta di legge regionale per la fusione Pesaro-Mombaroccio. Sicché la linea del sindaco non può che restare posizionata sull’«avanti tutta»: «La normativa – rileva – è indiscutibile. E dà vantaggi notevoli a quei Comuni che hanno il coraggio di portare avanti operazioni di innovazione amministrativa, come le fusioni per incorporazione». Per cui: «Venerdì sera sarò a Mombaroccio, insieme al sindaco Angelo Vichi, per l’assemblea pubblica con i cittadini. Spiegheremo i termini dell’accordo e, in generale, i benefici della fusione. Lunedì il nuovo passaggio nei due consigli comunali». Sbagliata, per il sindaco di Pesaro, la lettura della situazione in chiave strettamente politica: «Non sarà un referendum pro o contro Vichi, né pro o contro Ricci. Invito tutti i pesaresi e mombaroccesi a entrare nel merito delle questioni. Al di là dei vantaggi sul patto, solo i 15 milioni di premialità (un milione e mezzo per 10 anni), più i risparmi di 500mila euro all’anno sull’organizzazione (altri cinque milioni in ottica decennale) sono risorse straordinarie per rafforzare l’attività dei Comuni». La sintesi è che «si tratta solo di una grande opportunità di sviluppo per i territori e per i cittadini. Fare la fusione significa un Comune più forte; ottimizzare l’organizzazione; avere più risorse per strade, scuole, ciclabili, impianti sportivi, tutela dei beni culturali. Il tutto mantenendo autonomia al municipio di Mombaroccio, che deciderà sui provvedimenti di competenza del suo territorio. Con garanzia di rappresentanza istituzionale». Insomma: «Il futuro di Mombaroccio lo decideranno i mombaroccesi».
Lascia una risposta