di Redazione
14 gennaio 2015
PESARO – Lo abbiamo invitato e lo abbiamo ricevuto, gli abbiamo scritto per il piccolo Federico, lo abbiamo tirato in ballo come giudice per la sorte dei Bronzi di Pergola, lo abbiamo visto mentre baciava la mano a Lucia Annibali e abbiamo apprezzato le sue medaglie per Popsophia. Sono stati 9 anni intensi quelli che hanno legato Giorgio Napolitano, da oggi ex presidente della Repubblica italiana, e Pesaro. “Rinnovamento, fiducia e unità per guardare positivamente al futuro”. Splendeva il sole su Pesaro ma a riscaldare, quel giorno indimenticabile per la nostra città, furono soprattutto le parole del presidente. Che partivano dal passato, analizzando il presente e guardando al futuro. Una fotografia? Quella delle 11.30 del 25 aprile 2012, con l’inno nazionale e la gente, tantissima, vicina al Capo dello Stato separato solo da una transenna in piazza del Popolo: alle spalle del capo dello Stato, bambini con striscioni (“Felici di essere italiani”), anziani commossi e cinesi con macchine fotografiche, specchio di un’Italia sempre più cosmopolita, variegata e complessa dove il vecchio cerca di fondersi con il nuovissimo. Ma non sono mancate, chiaramente, riferimenti alla storia del 25 aprile.
Napolitano, scusandosi per non essere riuscito a raggiungere Sant’Angelo in Vado, aveva fatto deporre a suo nome una colonna d’alloro sotto il monumento dedicato ai militari dell’Esercito italiano che hanno partecipato alla guerra di Liberazione al fianco degli Alleati. E’ stata una giornata storica per Pesaro, andata in diretta nazionale su Rai 1. Il presidente Napolitano è arrivato a Pesaro dopo essere stato presente, solo poche ore prima, all’altare della Patria, a Roma, insieme alle più alte cariche dello Stato. Il presidente della Repubblica, atterrato all’aeroporto di Rimini intorno alle 10.30, è subito ripartito in direzione Pesaro dove, dopo aver percorso l’interquartieri (tirata a lucido per l’occorrenza), è risalito per via Branca fino ad arrivare in piazza Del Popolo. Ad attenderlo il cuore di Pesaro e un palco allestito davanti le poste. Napolitano, nell’occasione, ripercorse la storia. La storia pesarese: “Esemplare fu la resistenza tra il Pesarese e l’Anconetano, per la solidarietà tra combattenti e famiglie contadine, e audacia per l’intreccio fra tutte le sue forze combattenti: jugoslavi e italiani, angloamericani, e il riscatto dell’Italia e i soldati, il corpo italiano di liberazione… un volto unitario e corale della resistenza. Io rendo omaggio a nome delle istituzioni e commosso omaggio a Sant’Angelo in Vado per la barbara invasione fascista del 4 maggio 1944. Mi è dispiaciuto non poterlo raggiungere ma la sento vicino e non ho voluto fargli mancare la mia vicinanza. Questa festa è un simbolo, è una festa di liberazione ma anche festa di riunificazione d’Italia. Ancora adesso emergono fatti e figure della resistenza che ancora non avevano avuto riconoscenza. Si continua a scavare nelle vicende di quel periodo cruciale. La diffusione della verità, di cui ancor oggi abbiamo acuto bisogno. Abbiamo bisogno di attingere alla lezione di unità nazionale e abbiamo bisogno della politica come impegno inderogabile”.
E ora cresce l’ipotesi di Veltroni come suo successore, altro personaggio politico che con Pesaro ha una storia lunga, intensa e ripetuta negli anni.
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