8 ottobre 2014
Dopo avere lungamente meditato sul Credo, la principale preghiera dei credenti insieme al Padre Nostro, Papa Francesco ha sintetizzato il senso delle scelte pastorali condivise negli ultimi mesi durante le udienze generali del mercoledì, spiegando che il desiderio di ecumenismo si fonda innanzitutto sulla consapevolezza di credere tutti allo stesso messaggio evangelico e alla stessa Chiesa fondata da Cristo con il mandato a Pietro e agli apostoli, Paolo di Tarso compreso. Quindi le divisioni in differenti confessioni religiose di matrice cristiana sono da considerarsi come un tarlo da superare, perché spesso sono animate da sentimenti di rivalsa o mancanza di comunione che nulla hanno a che fare con l’amore di Cristo, prestando invece il fianco alle tentazioni del maligno, il “diaballo”, colui che opera la divisione tra gli uomini. Ecco un estratto della catechesi pronunciata nell’udienza dell’8 ottobre, visionabile integralmente su vatican.va: “Le divisioni tra i cristiani, mentre feriscono la Chiesa, feriscono Cristo, e noi divisi provochiamo una ferita a Cristo: la Chiesa infatti è il corpo di cui Cristo è capo. Sappiamo bene quanto stesse a cuore a Gesù che i suoi discepoli rimanessero uniti nel suo amore. Basta pensare alle sue parole riportate nel capitolo diciassettesimo del Vangelo di Giovanni, la preghiera rivolta al Padre nell’imminenza della passione: «Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi». Questa unità era già minacciata mentre Gesù era ancora tra i suoi: nel Vangelo, infatti, si ricorda che gli apostoli discutevano tra loro su chi fosse il più grande, il più importante (Luca 9,46). Il Signore, però, ha insistito tanto sull’unità nel nome del Padre, facendoci intendere che il nostro annuncio e la nostra testimonianza saranno tanto più credibili quanto più noi per primi saremo capaci di vivere in comunione e di volerci bene. È quello che i suoi apostoli, con la grazia dello Spirito Santo, poi compresero profondamente e si presero a cuore, tanto che san Paolo arriverà a implorare la comunità di Corinto con queste parole: «Vi esorto pertanto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, a essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e di sentire» (1 Lettera ai Corinzi 1,10)”.
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