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2 settembre 2014
Associazione Ferrovia Valle del Metauro
Se ci fosse qualche dubbio sulla possibilità di reperire fondi (anche) per la ferrovia Fano Urbino, quanto si legge dai giornali di questi giorni dovrebbe averli fugati.
E’ stato approvato dal Consiglio dei Ministri il decreto legge “Sblocca Italia” che prevede la partenza dei lavori di grandi opere pubbliche per l’edilizia e l’agroalimentare, per le imprese e i trasporti. “Si sbloccheranno opere per 10 miliardi in 12 mesi” ha annunciato il premier Matteo Renzi.
Le nuove norme sbloccano opere per fare aprire i cantieri ferroviari : l’alta velocità Napoli-Bari, il collegamento ferroviario Palermo-Catania-Messina , oltre a numerose altre importanti infrastrutture quali la linea C di Roma, il passante ferroviario di Torino e la sua metropolitana, la metrotramvia di Firenze, la metropolitana di Napoli , il quadruplicamento della ferrovia Lucca-Pistoia (?!), insieme agli assi ferroviari strategici che hanno bisogno di risorse per portare a compimento i lavori: Brennero, Terzo valico e Alta velocità del Veneto.
Insomma sembra che i soldi per le ferrovie ci siano ed appare strano che un’opera infrastrutturale dal costo, tutto sommato, basso come il ripristino della ferrovia Fano Urbino , ipotizzabile nella fascia di 70-90 milioni e di notevolissimo valore sociale, strategico, economico ed ecologico per il territorio metaurense e montefeltresco, non possa essere presa in considerazione.
La cosa risulta ancora più sconcertante se si consideri che il Ministro delle Infrastrutture Lupi, grazie all’amicizia con il consigliere regionale Carloni, è stato a Fano ad interloquire con amministratori ed imprenditori locali per due volte nell’arco di poco più di un anno.
Non si comprende come in quest’ultima occasione ( 27 agosto) si sia parlato dell’ autostrada Fano Grosseto, del casello autostradale del Fenile, dell’ aeroporto di Fano, ma della ferrovia Metaurense , che pure è un’opera strategica e prioritaria per il nostro territorio, non una dichiarazione.
Ad onore del vero, nella precedente visita del ministro Lupi a Fano ( 6 luglio del 2013), una delegazione di FVM era riuscita a parlare con il Ministro , ottenendo una promessa d’incontro a Roma almeno con un suo Sottosegretario.
L’appuntamento sarebbe stato programmato tramite il consigliere regionale Mirco Carloni : per quale motivo siamo ancora in attesa della convocazione ?
In quell’occasione il ministro Lupi aveva posto in evidenza il ruolo fondamentale rappresentato da una rete di trasporto regionale e locale.
Sue testuali parole ” ..non si può realizzare l’Alta Velocità e poi dimenticarsi delle linee locali che devono averne la stessa forza e la stessa valenza e non sono in contraddizione con il sistema primario ma anzi lo alimentano”.
Anche il sindaco di Fano vanta amicizie importanti come il Viceministro alle infrastrutture Riccardo Nencini, anche lui in visita a Fano durante la recente campagna elettorale .
Sabato 31 maggio aveva dichiarato: “ ….compiuta la realizzazione della rete ad Alta Velocità, di cui anche i marchigiani hanno potuto beneficiare con i servizi dei treni Freccia Rossa e Italo , lo Stato e le ferrovie daranno più attenzione ed investimenti alle ferrovie regionali, soprattutto quelle che connettono i territori interni alle linee principali”.
La” riluttanza ” a parlare della ferrovia Fano Urbino da parte di alcuni esponenti politici ed amministratori del nostro territorio, ci è stata confermata anche dal Presidente della Commissione Trasporti Michele Meta il 18 dicembre 2013 a Roma, in un’ audizione con FVM ottenuta tramite l’interessamento del presidente di Adriabus Giorgio Londei.
Nell’incontro l’Onorevole era più che consapevole della giusta validità di ripristinare il servizio ferroviario della Metaurense sia per l’elevato numero di utenti (che attualmente si attestano sui 2, 5 milioni l’anno) sia, soprattutto, per l’efficienza ed il costo più basso rispetto ad altri sistemi di trasporto .
Come ci ha confermato l’Onorevole Meta lo Stato è pronto a fare la sua parte. Apparentemente “la timidezza”di chiedere tale intervento , sembra essere alla base del mancato ritorno del treno.
Se questa supposta “timidezza” fosse dettata dalla difficoltà di conoscere o comprendere nei suoi vari aspetti tale argomento ferroviario, l’associazione FVM mette a disposizione di tutti le proprie conoscenze ( compreso il progetto di ripristino preliminare).
Se invece la “timidezza” fosse dettata dal fatto che lo Stato possa rispondere affermativamente alla richiesta di un comprensorio in grande sofferenza per il progressivo smantellamento delle strutture sociali e collettive, è lecito ed inevitabile per ogni cittadino porsi questa domanda : chi vuole impadronirsi del sedime e delle aree ferroviarie , per farne cosa e perchè ?
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