13 agosto 2014
Auguri professor Spinaci, ottanta e non sentirli. Se si ha la buona sorte di festeggiare l’ottantesimo compleanno, solitamente lo si fa seduti ad un tavolo, soffiando sulle candeline della torta, magari aiutati da qualche nipotino. Conoscendoti, mi permetto di scrivere che, per te, non ci sarebbe stata punizione peggiore.
Così hai deciso di santificare l’evento facendoti una nuotatina di circa dieci chilometri, lungo il braccio di mare che va da Gimarra di Fano fino alla Sede della Canottieri di Pesaro, in fondo a Viale Trieste. D’altra parte, con questo caldo, come darti torto? A farti compagnia tuo figlio Alberto, 47enne, che per un giorno ha abbandonato la fedele bicicletta; le sue fatiche sono altrettanto meritevoli di rispetto e considerazione. Ma oggi dobbiamo giocoforza relegarle in secondo piano.
Caro Peppe, questa mattina, prima della partenza, quando ti ho telefonato per gli auguri, hai cercato di rassicurarmi circa la tua colazione: “Questa volta ho fatto le cose scientificamente: di buon ora ho mangiato venti biscottini secchi e mi sono anche concesso il lusso di un succhino di frutta” . Chi legge si chiederà che tipo di assistenza avete avuto. Anche su questo versante mi hai tranquillizzato: tuo fratello Marco vi osserverà col binocolo da qualche centinaia di metri!
Alberto avrebbe dovuto essere il tuo fedele scudiero, invece ti ha voluto anticipare di un’oretta abbondante sul traguardo, ma gli applausi sono stati tutti per te, quando, dopo sei ore di nuoto, alle 17.20, hai tagliato l’ideale traguardo, accolto da un piccolo drappello di amici, parenti e persino bagnanti ignari e increduli. Tutti in fila a complimentarsi, chi voleva stringerti la mano, chi voleva scattare una foto, chi ti consegnava pacchi regalo… e tu che avevi bisogno solo di una doccia. Quando ti ho visto compiere le ultime bracciate, per poi guadagnare, appena tremolante, il bagnasciuga, ho pensato che da qualche parte della tua mente deve esserci una lucida follia.
E così anche questa volta ce l’hai fatta, ce l’avete fatta. In barba a quelli che “queste imprese non si possono improvvisare”, a quelli che “ ci vogliono gli integratori”, a quelli che “d’inverno bisogna nuotare in piscina”, a quelli che ”a una certa età bisognerebbe stare un po’ più tranquilli”.
Peppe cos’avrai pensato in tutte quelle ore di assordante silenzio in cui sei rimasto in acqua ( e solo chi è nuotatore sa cosa voglio dire). Ai tuoi ottant’anni, ai tuoi giovanili duelli acquatici col futuro campione pesarese Angelo Romani (sì lo so che spesso lo battevi… mi hai mostrato i ritagli di giornale dell’epoca!), alle tue passate gesta sportive, alla depressione, sempre sconfitta. A me piace pensare che, con la mente, tu fossi già proiettato al futuro, verso nuove imprese. Per il camino e le storie da raccontare ai nipotini, nel frattempo belli cresciuti, c’è ancora tempo. In alto i calici Peppone e, lasciamelo dire, ti vogliamo bene!
Un mito…..un grande mito!
Buon compleanno!!!