7 agosto 2014
Nell’udienza generale di mercoledì 6 agosto Papa Francesco – in maniera sintetica ed efficace – ha ricordato che i cristiani non devono avere come riferimento solo i dieci comandamenti, che molti ricordano almeno in parte perché insegnati e ripetuti a catechismo e citati più volte anche in contesti extra-ecclesiali, ma devono “imprimere nel loro cuore” le Beatitudini, ovvero quel decalogo di raccomandazioni che Gesù spiega ai discepoli al capitolo 25 del Vangelo di Matteo. E’ utile riprendere le parole del pontefice e ricordare le stesse beatitudini, affinché diventino la road map nella vita quotidiana di quanti si rispecchiano nel magistero della Chiesa: “Le Beatitudini sono la strada che Dio indica come risposta al desiderio di felicità insito nell’uomo, e perfezionano i comandamenti dell’Antica Alleanza. Noi siamo abituati a imparare i dieci comandamenti – certo, tutti voi li sapete, li avete imparati nella catechesi – ma non siamo abituati a ripetere le Beatitudini.
Proviamo invece a ricordarle: 1. Beati i poveri in spirito,perché di essi è il regno dei cieli. 2. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. 3. Beati i miti,perché avranno in eredità la terra. 4. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati”. 5. Beati i misericordiosi,perché troveranno misericordia. 6. Beati i puri di cuore,perché vedranno Dio. 7. Beati gli operatori di pace,perché saranno chiamati figli di Dio. 8. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli”. 9. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 10. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli”. Su questo saremo giudicati, e sulla base di questo decalogo possiamo giudicare ogni giorno la nostra condotta di vita.
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