3 agosto 2014
Nell’Angelus di domenica 3 agosto Papa Francesco, commentando il brano del Vangelo sul miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci (Matteo 14, 13-21), si è soffermato sulle due chiavi di lettura che consentono la piena comprensione del messaggio spirituale e pastorale che Gesù ha voluto dare compiendo questo gesto “incredibile” davanti a più di cinquemila persone.
I due elementi chiave sono la compassione e la condivisione (tra loro concatenati), ovvero la capacità del cristiano di entrare in piena comunione (eucaristia) con il prossimo imitando Gesù, il quale ha voluto dare l’esempio servendosi di un gesto prodigioso ed eclatante. Chiediamoci allora quante volte noi – nella nostra vita all’interno della comunità ecclesiale e nella quotidianità ordinaria – ci poniamo l’obiettivo di avere un atteggiamento di compassione e condivisione con i nostri familiari, amici, colleghi e conoscenti.
Quante volte riteniamo importante essere in empatia con il prossimo? Solo quando siamo in ferie e senza nulla da fare, oppure solo quando siamo con amici o persone a noi vicine? La vita di Chiesa è un continuo cammino verso la piena apertura alla compassione e quindi alla condivisione della nostra esistenza, sul piano umano e materiale, con l’altro. E questo periodo di crisi economica e morale – in realtà – è una splendida occasione per esercitarci in questo difficile e lungo percorso.
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