19 luglio 2014
PESARO – Se questa è una città della musica! Ancora una volta è stata Pesaro, anzi sono stati i melomani pesaresi, a mancare a una serata meravigliosa, a un appuntamento indimenticabile, purtroppo per i soliti pochi intimi. Come da peggiore tradizione per il Concerto finale dell’Accademia Rossiniana.
Se non si riesce a portare al Teatro Sperimentale più di duecento spettatori fra parenti, amici e addetti ai lavori, sarebbe meglio evitare la recente prosopopea – “Pesaro città della musica!” – che fa tanto radical chic, ma è smentita dai fatti. Non basta avere dato i natali a Gioachino Rossini, che ha lasciato a Pesaro un’eredità incommensurabile, per vantarsi di essere quello che non si è.
Peccato, davvero, per l’ennesima occasione persa e un consiglio – se ci è concesso – per la prossima edizione: mettere un grande specchio davanti al palcoscenico: vedendosi, i cantanti avranno più entusiasmo che osservando una platea che nei primi due settori non ospitava più di cento spettatori. Davanti, nella prima fila a sinistra, seduto da solo, il maestro Alberto Zedda, che ha “guidato” i suoi allievi, ricavandone entusiasmo, piacere, affetto. Alla fine, dopo il formidabile Gran pezzo concertato de Il viaggio a Reims “Ah! A tal colpo inaspettato”, con tutti i diciannove protagonisti sul palco, Anna Bigliardi, la pianista che segue – ogni anno – amorevolmente – gli allievi dell’Accademia Rossiniana, ha provato a farsi raggiungere dal maestro, che ha finto di salire la scala e poi si è allontanato, lasciando la gloria ai cantanti, alla pianista, alla regista Elisabetta Courir, che da anni riprende la regia de Il viaggio a Reims e ieri sera ha allestito uno spettacolo nello spettacolo.
Bellissimo. Non crediamo di rischiare di farci tradire dall’entusiasmo, dalle emozioni vissute, se affermiamo che è stato il Concerto più bello di sempre fra i ventisei atti finali della prestigiosa Accademia che porta a Pesaro cantanti provenienti da tutto il mondo. Tutti bravi, alcuni addirittura bravissimi. Nessuno ha tradito le attese, anzi. E ci viene difficile fare graduatorie. Che per una volta evitiamo, esaltando tutte le voci, alcune delle quali sarà possibile riascoltare già domenica 27 luglio, alle ore 20, a Villa Materazzo (Gradara), per il concerto di beneficenza a sostegno delle attività dello Iopra (Istituto Oncologico Pesarese “Raffaele Antoniello”). Per informazioni telefonare allo 072132230.
Gli allievi saranno protagonisti soprattutto del doppio appuntamento in programma nel Rossini Opera Festiva 2014: il 13 e il 16 agosto parteciperanno alle due rappresentazioni de Il viaggio a Reims, dove potranno proporsi a una platea più vasta e riceveranno il giusto premio alla loro bravura. Secondo il maestro Zedda – ma a nostro parere è stato troppo modesto – “almeno cinque-sei allievi diventeranno grandi protagonisti nei teatri di tutto il mondo e torneranno a Pesaro per il Rof”. Per la soddisfazione del sovrintendente Mariotti, come sempre in sala.
Ad aprire il concerto un brano da La Cenerentola: la Cavatina di Dandini “Come un’ape ne’ giorni d’aprile” eseguita dal baritono ucraino Iurii Samoilov. Una bella interpretazione. Samoilov ha mostrato grande mimica, sembrando il miglior Praticò.
E’ seguito un momento assai suggestivo: dal Maometto II: Preghiera di Anna Erisso “Giusto ciel”, con il soprano peruviano Magdalena Gallo, seguita in sala dal numero uno dei tenori di belcanto, il connazionale Juan Diego Florez. Magdalena Gallo ha offerto un’interpretazione intensa, molto spirituale.
Il Duetto Florville-Sofia “Quanto è dolce a un’alma amante”, da Il signor Bruschino, è stato affidato al tenore italiano Christian Collia e al soprano statunitense Madison Marie McIntosh. Lui somiglia a Florez, ha bella voce e canta bene. Lei appare più giovane di quel che magari è, ma s’unisce con costrutto al compagno di canto.
Dicevamo poco fa di Bruno Praticò, il bass-baritone aostano… Il quarto brano, da La Cenerentola: Aria di Don Magnifico “Sia qualunque delle figlie”, ha avuto per protagonista il baritono italiano Riccardo Fioratti. Gran mimica, splendida voce, padrone assoluto della scena, come in passato il grande Bruno.
A eseguire da Il Turco in Italia la Cavatina di Fiorilla “Non si dà follia maggiore”, il soprano svedese Anna Forsebo. Bella donna e bella voce, praticamente impeccabile, e prova a tradire la freddezza nordica mostrando un calore che può anche sembrare costruito. Pronta per le grandi platee.
Parte dalla sala per salire il palcoscenico, muovendosi bene, mostrando una dizione praticamente perfetta, il basso italiano Claudio Levantino, che esegue, da L’Italiana in Algeri, Recitativo e Aria di Haly “Con tutta la sua boria… Le femmine d’Italia”. Merita i giusti applausi.
Poi una magistrale interpretazione da Il Turco in Italia: Recitativo e Aria di Fiorilla “I vostri cenci vi mando… Squallida veste, e bruna”. E’ di Giulia De Blasis, soprano italiano. Che brava e che presenza! Un’aria difficile eseguita come bevendo un bicchier d’acqua.
Brano dopo brano, ci chiediamo: ma sono tutti così bravi? E continuiamo a stupirci, memori delle edizioni passate, quando non erano mancate difficoltà ed esecuzioni sotto tono. Quest’anno non è così.
La conferma arriva subito dopo, con il mezzosoprano giapponese Aya Wakizono. Canta, da Il barbiere di Siviglia, la Cavatina di Rosina “Una voce poco fa”. Un esecuzione super, applauditissima. Perché la nipponica mostra capacità vocali e interpretative davvero notevoli.
Brave anche Anna Forsebo e un’altra giapponese, il mezzosoprano Yuka Maruo, che eseguono, da Le Comte Ory, il Duetto Comtesse Adele-Dame Ragonde.
Ancora un momento da hit parade degli applausi: il baritono russo Anton Markov offre una mirabile esecuzione dell’Aria di Califfo “D’intorno al serraglio”, da Adina; Anton Markov. Bravissimo!Subito dopo, ricordando le emozioni del Guillaume Tell del Rof 2013, un momento magico con il tenore russo Anton Rositskiy e il baritono cinese Yunpeng Wang, straordinari interpreti del Duetto Arnold-Guillaume “Où vas-tu? Quel transport t’agite?”. Spettatori incantati, quasi commossi. E a fine prima parte tutti a ringraziare il maestro Zedda. “Aspettate – dice lui – non è ancora finita, vedrete che sorprese nella seconda parte”.
Una seconda parte che inizia con Il Turco in Italia: Aria di Narciso: “Tu seconda il mio disegno”. Christian Collia conferma la bravura già evidenziata nel duetto da Il signor Bruschino.
Shahar Lavì, mezzosoprano israeliano è suggestiva e accurata interprete del Rondò di Elena “Tanti affetti in tal momento”, da La donna del lago. Un’interpretazione ammaliante, sensuale.
Yunpeng Wang è semplicemente straripante nella Cavatina di Figaro “Largo al factotum” da Il barbiere di Siviglia. Se migliora la dizione, diventa insuperabile. Il pubblico è entusiasta, gli chiede più volte il bis e lui è quasi tentato, ma s’avanza un altro grande momento di una serata davvero magica: Isabel Rodriguez Garcia, soprano catalano di Barcelona, propone l’Aria di Folleville “Partir, Oh ciel! Desio” da Il viaggio a Reims, raramente ascoltata, non solo a Pesaro. E’ una delle arie che restano nella storia del Festival, dove l’hanno cantata Lella Cuberli (1984 e 1992), Eva Mei (1999), Mariola Cantarero (2001, nella prima edizione del festival giovane). La bravissima cantante catalana ne dà un’interpretazione molto “guapa”. E merita un’ovazione.
Ovazione anche per Anton Rositskiy superbo nel Récitatif et Air Arnold “Ne m’abandone point… Asile héréditaire”, da Guillaume Tell. Ha una voce potente, ascoltandola vengono in mente le pagine epiche del repertorio russo, le voci eroiche. Una prova quasi sublime. Più da maestro che da allievo. Rositskiy è pronto per i grandi teatri.
Segue il Recitativo e Duetto Amenaide-Tancredi “Fiero incontro!… Lasciami”, dal Tancredi: Hasmik Torosyan, soprano armeno, e Aya Wakizono regalano l’ennesima pagina di una serata bellissima.
Nico Darmanin, tenore maltese, è interessante interprete della Cavatina di Almaviva “Ecco ridente in cielo”, da Il barbiere di Siviglia. Voce calda, con tanta grazia per un ruolo fatidico nel repertorio rossiniano.
“Quest’anima forte saprà trionfar!”. Si conclude così il Recitativo e Aria di Assur “Sì, vi sarà vendetta… Deh ti ferma”, una parte assai difficile dalla Semiramide, che Marko Mimica, basso croato, affronta con grande sicurezza, sostenuto da una voce bellissima.
Con Juan Diego Florez in sala, Matteo Macchioni, tenore italiano, affronta uno dei cavalli di battaglia del peruviano: Recitativo e Aria di Don Ramiro “Principe più non sei… Sì, ritrovarla io giuro”, da La Cenerentola. Lo fa con successo, anticipando il gran finale di una serata indimenticabile: da Il viaggio a Reims, i diciannove allievi dell’Accademia Rossiniana 2014, danno vita al Gran pezzo concertato a 14 voci “Ah! A tal colpo inaspettato”. Un’anticipazione di quanto si potrà ascoltare il 13 e il 16 agosto, nel Teatro Rossini. Tutti bravi, con una disfida tra bellissime voci, protagoniste Isabel Rodriguez Garcia e Hasmik Torosyan.
Aveva ragione il maestro Zedda: quante belle sorprese! Diciannove, in verità. Complimenti a tutti.
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