di Redazione
16 luglio 2014
PESARO – E’ iniziato con la distribuzione di due poesie in dialetto di Nando Piovaticci, storico ed estroso commerciante pesarese che 50 anni fa regalava i propri versi a chi comprava la sua merce, il secondo incontro de “L’Angolo della Poesia”, la rassegna ideata dal regista Giuseppe Saponara che ha visto anche stavolta quasi 150 persone affollare il cortile di Palazzo Ricci a Pesaro. “Quando ho saputo, qualche settimana fa, che il negozio stava chiudendo – ha spiegato Saponara – ho messo a soqquadro casa per cercare alcune poesie di Piovaticci che avevo conservato: quando ero piccolo, infatti, andavo spesso a comprare l’articolo che costava di meno, cioè le espadrillas, pur di avere in dono le sue poesie. Con il risultato che la mia camera era piena di espadrillas e di poesie”.
La rassegna “Rumori o Voci. Alla riscoperta della poesia popolare italiana”, promossa dal Comune di Pesaro e dalla Provincia di Pesaro e Urbino in collaborazione con l’Università di Urbino e l’associazione “Melampo Amici della Poesia” (partner Banca dell’Adriatico), ha visto due ospiti d’eccezione parlare di Andrea Zanzotto (1921-2011), uno dei poeti più significativi della seconda metà del Novecento: l’attore e ricercatore teatrale Sergio Castiglioni ed il critico letterario e scrittore Roberto Galaverni. Il primo ha offerto una straordinaria lettura e interpretazione delle poesie del poeta di Treviso (tra cui un poemetto dedicato al terremoto del Friuli), il secondo si è soffermato sulla figura del poeta e sul ruolo della poesia “che si muove contro le mortificazioni della lingua”.
L’incontro, aperto dalla “Compagnia dei burattini di Riccardo” che ha fatto divertire il pubblico con l’antico teatro popolare delle teste di legno, è stato arricchito da filmati, Caroselli, video – interviste in cui Zanzotto raccontava il suo rapporto con Quasimodo, Calvino, Fellini.
Un ricordo del poeta è stato offerto al pubblico dallo stesso Saponara. “Un giorno di luglio, andai ad intervistare Zanzotto su richiesta di Sergio Zavoli. Il poeta volle fare l’intervista sul fiume Piave, che era un po’ in secca. Mi soffermai ad osservare delle chiazze d’acqua e lui allora mi disse: ‘Queste sono le lacrime delle madri dei soldati’”.
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