13 dicembre 2013
Nel 1898, s’avvicinava il Natale e Pasqualon (il poeta Odoardo Giansanti), sensibile particolarmente al destino degli ultimi, invocò l’adozione di un provvedimento di amnistia. Si rivolse, per questo, alla “buona” Regina Margherita. L’amnistia venne concessa qualche giorno dopo il Santo Natale, esattamente il 29 dicembre 1898. Ai giorni nostri, assillati dai problemi economici e politici, non si parla più del sovraffollamento nelle carceri. Nicola Gratteri, il magistrato italiano in prima linea contro le mafie, sostiene che sarebbe possibile diminuirlo. Ci vorrebbe solo un po’ di buon senso. Gratteri, ospite della rubrica “8 e mezzo” della 7, ha praticamente sostenuto: Se fossi il Ministro di Grazia e Giustizia, organizzerei un viaggio in Albania, per parlare con l’omologo ministro. Gli chiederei: Quanto ti costa la custodia di un detenuto? Trenta euro al giorno? Benissimo, io ti mando i 5.000 – 6.000 tuoi detenuti e te li tieni in Albania. Il magistrato avrebbe fatto la stessa cosa con la Romania, il Marocco, ecc. . Ci sono 20.000 detenuti stranieri in Italia. Basterebbe quindi mandare i carcerati stranieri a scontare la loro pena nei rispettivi stati. Si potrebbe anche, sempre secondo il prestigioso magistrato, risolvere il problema dei tossicodipendenti chiusi in carcere. “Quando esce dal carcere, la prima cosa che fa un tossicodipendente è andare a rubare una macchina per comprarsi una dose”. Invece di tenerli in carcere, occorrerebbe potenziare le comunità terapeutiche per le quali, fra l’altro, l’Italia riceve fondi dalla Comunità Europea. E’ questione di buon senso. Ci sono poi troppi detenuti che, da lunghissimo tempo, sono in attesa di giudizio. I nostri governanti avranno buon senso? Tornando a più di un secolo fa, Pasqualon ricordava che durante le Sante Feste, tanti emigrati rientravano nelle proprie case per stare insieme ai loro famigliari. Perfino i malati di mente, rinchiusi nei manicomi, venivano liberati. “Anca i matt chius in ti uspizi / Chi è in discordia sal giudizi / Quant artorna el Sant Nadel / I arvà in pec sal su ciarvel /Par gì in bracc di su parent / A fè insiem l’ fest cuntent”. (Anche i matti chiusi negli ospizi / Che sono in lite con la giustizia / Quando torna il Santo Natale / Vanno di nuovo in pace con il loro cervello / Per abbracciare il loro parenti / A fare insieme le feste contenti).