Fano Calcio, la strana coppia: quale futuro con Gabellini e Cordella?

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2 dicembre 2013

Sandro Candelora

 

Luigi Cicino (Alma Juventus Fano)

Luigi Cicino (Alma Juventus Fano)

FANO – L’uno è perennemente al centro della scena. Per quello che fa o che dice. Per quanto promette e subito smentisce. Un primattore nato, insomma. Volente o nolente, Gabellini da quando (fanno ormai tre stagioni con quella in corso) è alla guida dell’Alma non passa mai inosservato. E’ questione di carattere e formazione mentale ma anche di relativa esperienza in un mondo a parte come quello del calcio, cosa che si riflette in approcci spesso istintivi e schizofrenici, comunque tali da avere sempre una vasta eco e spesso concrete conseguenze negative. L’altro nel corso della rovente estate scorsa (e non stiamo parlando delle condizioni meteo) è salito sulla ribalta quasi in punta di piedi e continua a muoversi senza dare troppo nell’occhio. Cordella, in effetti, parla poco e meno appare, quasi a costituire una sorta di contrappeso capace di bilanciare il debordante istrionismo del compagno di avventura. Per lui, anzi, dicono molto di più le offensive scritte sui muri con cui qualche idiota (per giunta anche vigliacco) con evidenti conti in sospeso di carattere privato sta lordando mezza città. E’ quasi una presenza-assenza, insomma, quella del nuovo socio di minoranza. Al di là delle personalità antitetiche dei due, quel che più preme a chi ha a cuore le sorti granata è cercare di capire chi o cosa li abbia messi insieme e soprattutto dove possa condurci questa sorta di tandem improvvisato. Che sia stato un matrimonio d’amore? No di certo. Forse nozze di reciproco interesse? Non vediamo quale possa essere il mutuo tornaconto. Più probabile e quasi sicuro che si tratti allora di un’unione forzata, del tipo di quelle imposte in epoche passate ai rampolli da parte delle famiglie nobili per gettare le basi degli imbrogli a venire. Ne è la riprova il corollario di protagonisti di carattere istituzionale o di chiara capacità di influenza esterna (dal sindaco Aguzzi al direttore generale De Leo, fino a personaggi dell’entourage noti a tutti) che sono entrati di recente nella vicenda granata. Innegabile allora che dietro al corso che hanno preso le cose vi sia un latente disegno di natura politica, del quale ha fatto le spese il povero Moneti, trattato a pesci in faccia quando era sul punto di ratificare un ingresso in società che (ne siamo più che convinti) avrebbe significato un autentico rilancio in termini di ambizioni, capacità di progettazione a medio termine, volontà di rendersi finalmente protagonisti in positivo dopo tutte le malefatte compiute. E così quello che poteva essere lascia il posto a ciò che è. Si patisce un presente dimesso (tant’è che l’obiettivo dichiarato in campionato è la semplice salvezza!), che va consumandosi nel grigio anonimato e all’insegna della pura sussistenza. Manca, cosa ancor più grave, una minima idea su come impostare un futuro capace di invertire una tendenza al ribasso che pare non avere fine. Già, solo questo e da troppo tempo sta passando il convento. Chissà se i due reggenti ed i loro persuasori per niente occulti si sono però accorti che più in basso di così ormai c’è solo da scavare.

 

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