19 ottobre 2013
PESARO – Alle 18,30 di oggi sabato 19 ottobre 2013 Franco Morbidelli si è laureato Campione d’Europa della Stock 600 a Jerez de la Frontera.
Ora, data notizia, luogo e titolo vanno tenuti a mente perché in Spagna Franco Morbidelli ha conquistato il primo titolo importante della sua carriera, un carriera che inizia davvero adesso per un piota che suo papà, Livio, ha cresciuto preparandolo per diventare un campione.
E per farlo diventare un campione Livio, pilota di discreto valore negli anni 80, chiuse la sua officina di a Roma e si trasferì a Pesaro: “Brusco – ci confidò nel lontano 2008 Livio Morbidelli – se vuoi far correre tuo figlio e lo vuoi far correre ai massimi livelli devi trasferirti a Pesaro.
Qui c’è tutto poi c’è Guido”. Guido è Guido Mancini, ex campione italiano della 125cc nel 1977 e scopritore di talenti. Alla sua scuola sono passati in ordine di tempo: Loris Capirossi; Valentino Rossi; Andrea Dovizioso solo per citarne alcuni.
Un giorno Mancini ci chiamo dicendoci: “Brusco vieni a trovarmi che di devo parlare di Franco Morbidelli”. Ne parlò a lungo, Guido era ed è innamorato pazzo di questo pilota.”Ha un talento incredibile – ci diceva- impara subito le piste, è umile sta attento è educato ha solo 12 anni ma grazie anche agli insegnamenti di suo padre ha l’esperienza di un pilota di 16″.
Fu facile anche per noi innamoraci di Franco e un giorno accompagnammo suo padre a Siena, alla Pramac, dove gli presentammo il titolare Paolo Campinoti che insieme al suo collaboratore, l’ex Direttore generale dell’Aprilia Leandro Scomazzon, lo presero sotto la loro ala protettrice e lo mandarono a correre in Spagna. In quella occasione Franco si mise in luce e il resto è storia recente con il Team Italia della Federazione Motociclistica Italiana che lo ingaggia e lo accompagna alla conquista de titolo Continentale e Valentino Rossi che lo prende a ben volere e lo introduce nella sua prestigiosa Accademia di piloti.
“Grazie a tutti- ha detto Franco prima di salire sul secondo gradino del podio di Jerez- ho fatto un poco di confusione al via rischiando la caduta alla prima curva, poi mi sono detto che dovevo recuperare e allora ho rischiato di brutto di nuovo alla terza curva. A quel punto mi sono detto: calmati ragazzo hai nove giri per recuperare. Così ho iniziato la mia rimonta ( da sesto al primo giro a secondo al quinto, a metà gara) e alla fine ci ho provato a tentare di vincere la corsa ma era troppo rischioso: dovevo vincere il titolo”