di Redazione
16 ottobre 2013
PESARO – Il tribunale di Pesaro ha detto sì. Accolto il ricorso d’una coppia di genitori di Firenze che si sono rivolti alla legge per ordinare la somministrazione alla loro figlia di 12 anni, affetta da una malattia degenerativa, “delle cellule staminali manipolate attraverso il brevetto della Stamina Foundation”, agli Spedali civili di Brescia.
Dopo aver ricevuto un no dal Tribunale di Firenze, la coppia di genitori si è trasferita da noi, dove nei mesi scorsi si era mossa una grande mobilitazione per il piccolo Federico, il bambino di 3 anni affetto dal morbo di Krabbe.
Nella sentenza, come riporta l’edizione online del Corriere Adriatico, il giudice di Pesaro, Maurizio Paganelli, scrive che “le questioni che pongono i ricorrenti, analogamente agli altri ammalati che si trovano in condizioni analoghe, non attengono alla validità dei criteri che la comunità scientifica autonomamente si dà per validare determinati trattamenti terapeutici. Il ricorrente pone in realtà una questione di rispetto della propria dignità, che è parimenti mortificata dall’uso sconsiderato di farmaci e dalla negazione di un qualunque trattamento terapeutico, pure in presenza di evidenze empiriche favorevoli e in mancanza di evidenti controindicazioni. E’ fuorviante rappresentare la vicenda tuttora in corso, che ha assunto una dimensione pubblica, relativa alla somministrazione di cellule staminali secondo la cosiddetta metodica Stamina, alla stregua di un conflitto tra le ragioni della scienza e quelle dei malati affetti da gravissime patologie per le quali la scienza non dispone di farmaci risolutivi”.
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