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20 agosto 2013
Pierpaolo Frega*
Ritengo opportuno ribadire dei concetti che, leggendo le dichiarazioni succedutesi alla presunta polemica delle sentenze emesse dal tribunale di Pesaro, sono andati smarriti o mal interpretati.
Nessuno critica l’operato dei magistrati, anche se appare paradossale contestare a due ladri abituali, una semplice violazione di domicilio esclusivamente perché non trovate in possesso di refurtiva, bisogna pensare allora che il discrimine sia talmente sottile da indurre ogni ladro a lasciare la refurtiva un attimo prima di essere colti in flagranza di reato e dire: sono entrato in casa per andare in bagno!
Capiamo le difficoltà della magistratura attualmente costretta da un decreto svuota carceri, capiamo che molti giudici farebbero sentenze ben diverse, ma l’applicazione del codice e delle leggi è capestro per tutti quanti, noi poliziotti che lavoriamo giudici che le devono applicare.
Il mio appello, che forse molti non hanno saputo cogliere, è nel continuo taglio alla sicurezza, inutile a questo punto chiedere rinforzi, se poi all’azione di prevenzione e repressione non corrisponde altresì una risposta forte dello stato, il principio chi sbaglia paga, oramai è un proverbio da usare solo retoricamente se poi di fatto non trova applicazione.
Le parole dell’On. Morani, si commentano da sole, se Lei stessa ammette che l’80% dei pregiudicati torna a delinquere. Allora di che misure alternative parliamo? I cittadini onesti, possono pagare l’inefficienza di uno stato incapace di risolvere il problema del sovraffollamento carcerario? Può la comunità europea sanzionare l’Italia per le condizioni insostenibili senza prevedere aiuti economici per la realizzazione di altre strutture, quando è la stessa UE a sovvenzionare sagre e tradizioni popolari spesso sconosciute ai più? L’Italia è la nazione che principalmente rimanda indietro gran parte dei fondi comunitari, sarà possibile che la politica anziché trovare alchimie discutibili come lo svuota carceri, si adoperi per l’utilizzo di questi fondi?
Ripeto il taglio della spesa pubblica è assolutamente una priorità, ma andrebbe fatto con criterio e raziocinio, la politica in questi anni è stata capace solo di farlo indiscriminatamente senza cognizione di causa. Ieri erano i problemi legati alla sicurezza a farci riflettere oggi si sommano quelli legati alla giustizia e alla applicazione delle norme.
È costume italico porre rimedio sempre e dopo che i fatti si verifichino, ma se la politica oggi è sorda, non vorremo mai trovarci domani a dire: noi l’avevamo detto.
*Il Segretario Provinciale Silp per la Cgil
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