19 agosto 2013
PESARO – Quattro giorni alla conclusione del 34° Rof. Mancano all’appello il concerto di belcanto di Yijie Shi, le ultime repliche delle tre opere in programma e soprattutto l’attesissima esecuzione in forma di concerto de La donna del lago diretta dal maestro Alberto Zedda. Il maestro si schermisce, non ama parlare di se stesso, ma risponde con la consueta passione quando gli diciamo che, purtroppo, martedì sera è in programma l’ultima rappresentazione del Guillaume Tell, l’“opera”…
“Difficile da allestire, con una chiave di lettura ardua tra un’opera che apre il futuro ma utilizza ancora strutture, costruzioni, forme, ma anche vocaboli musicali che appartengono all’era pre romantica. Un equilibrio difficile da raggiungere nella musica, che si traduce nella realizzazione visiva. Si sono tentate tante letture del Tell. Ad esempio, una molto naturalistica, esaltando molto i paesaggi. Ciò fa torto alla struttura intelligente di Rossini, lontana dalla realtà. Rossini diffuse il realismo dei racconti diretti, dei sentimenti diretti. E questa regia che ti dà incertezza, che non sai bene cosa stanno facendo, se è una produzione cinematografica o degli spot televisivi. C’è molta confusione nell’impostare deliberatamente una cosa, ma poi ci sono dentro tutte le idee che contano, i fatti del Tell, e le emozioni che questi fatti generano. In un contesto irregolare, si è raccontata finalmente con la regolarità la storia composta da Rossini. Qualunque altra versione più regolare minaccia di farci perdere i doppi sensi, i significati complessi, acculturati che la musica di Rossini consente. Una versione che stimola molto l’intelligenza, la cultura e pone in risalto non solo i fatti, secondo il libretto, ma le letture possibili di questi fatti visti in un’ottica che non sia solo quella della storia vera e propria, la nostra ottica di ascoltatori profani…”.
Alcune domande tecniche: state registrando in video?
“Sì, realizzeremo un Dvd” per la felicità di chi vorrà vedere, o rivedere, un’edizione che è già nella storia del Rof.
La domanda successiva è conseguente: nella terza rappresentazione, quella di sabato, a cui abbiamo assistito, al termine delle danze del primo atto è comparso, improvviso, un rumore fastidiosissimo provocato dallo scalpiccio di chi era in palcoscenico.
“Rumori che ci stanno creando problemi. I tecnici di registrazione si sono lamentati non poco. Vick dà un grande significato alla terra, che ha fatto spargere sul palcoscenico. Le scarpe, muovendosi su questa terra, in un palcoscenico che non è in legno, provocano questo rumore piuttosto fastidioso. Abbiamo cercato di eliminarlo, ma il problema c’è ancora”. Chissà che lavoro dovranno fare i fonici per realizzare un Dvd “pulito” da questi rumori.
Terza domanda: qualche spettatore si è lamentato per la mancanza del video che proietta il testo. Trattandosi di un’opera in francese, avrebbe favorito l’ascolto di chi non parla questa lingua.
“Era pronto, anzi è stato proiettato nelle prove. Abbiamo deciso di toglierlo proprio dopo avere assistito alle prove ed esserci accorti che distraeva gli spettatori, che li distoglieva dalle scene. L’allestimento avrebbe obbligato a proiezioni molto laterali, anche scomode da leggere. Per seguire il testo, si sarebbero persi particolari dell’allestimento, non avrebbe goduto né dello spettacolo, né della parte musicale. E’ stato il regista a muove questa obiezione, che abbiamo condiviso e deciso di sacrificare il testo, sapendo che la vicenda è abbastanza nota”.
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