Da Fano al Rof: il viaggio a Reims di Sergio Vitale, Don Profondo incomparabile

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13 agosto 2013

PESARO – Forse prenderà la residenza in questa provincia, che sembra portargli fortuna. Che fortuna non è… Solo merito. In qualche modo, però, Sergio Vitale alla fortuna è legato, anzi alla Fortuna, quella con la F maiuscola.

 

Lo scorso 22 marzo ha debuttato, da protagonista, nel Falstaff allestito nel Teatro della Fortuna di Fano. L’opera di Verdi era inserita nel Fortuna Opera Festival.

 

L'applauso finale per tutti i protagonisti

L’applauso finale per tutti i protagonisti

Sergio Vitale, ha saputo conquistare una pagina importante nella storia del Rossini Opera Festival. Il suo Don Profondo è – a nostra memoria, che i Viaggi a Reims li abbiamo visti praticamente tutti – uno dei migliori. Vogliamo fermarci qui, non azzardare ardui paragoni, per rispetto di chi lo ha preceduto, ma anche dello stesso giovane baritono casertano.

 

Una cosa è certa: Sergio Vitale ha conquistato il pubblico che ha gremito il Teatro Rossini per la prima delle due rappresentazioni de Il viaggio a Reims. La sua interpretazione di Medaglie incomparabili, uno dei miti del Rof, una delle pagine più belle da ascoltare, è stata magistrale. Ascoltarlo è stata un’emozione. Un applauso interminabile ha salutato la conclusione, con richieste di bis. E alla fine della rappresentazione il pubblico gli ha riservato il primo posto nella hit parade del gradimento.

 

Uno splendido martedì 13 agosto per Vitale che aveva iniziato la giornata con questo messaggio su Facebook: “Risveglio all’alba per la prima de “Il viaggio a Reims” di Rossini. Ore 11 Rossini Opera Festival. In bocca al lupo amici viaggiatori”.

 

“Sinceramente sono contento, ma non devo essere io a giudicare se ho fatto bene o no…”.

 

Gli applausi del pubblico sono inequivocabili.

 

“Li ho sentiti e mi hanno gratificato molto”.

 

Sergio Vitale, un impareggiabile Don Profondo (dalla pagina Facebook)

Sergio Vitale, un impareggiabile Don Profondo (dalla pagina Facebook)

Pensiamo che anche il maestro Zedda sia soddisfatto…

 

Sergio Vitale sorride e il suo sorriso vale più di una risposta.

 

Perché lei che è già in carriera ha voluto fare l’Accademia Rossiniana?

 

“Impegni di lavoro mi avevano impedito di partecipare in passato, ma quando ho avuto l’occasione, sono venuto di corsa. Lo studio con il maestro Zedda mi ha aiutato a capire meglio Rossini. Per scelta non canto solo un autore, ritengo che sia più professionale cantare le musiche di diversi compositori, ma Rossini ha tante pagine per un baritono…”.

 

Quindi potrebbe ritornare a Pesaro ed essere protagonista al Rossini Opera Festival…

 

Lo sguardo di Vitale si illumina quando gli citiamo Ruggero Raimondi, il Don Profondo per eccellenza: si capisce che gli piace il Rof e l’atmosfera che circonda l’appuntamento pesarese.

 

“Chi non vorrebbe cantare a Pesaro?”.

 

Intanto è in partenza per il Giappone, con la Scala, ma siamo convinti che difficilmente il Rof si farà sfuggire una voce così bella, profonda, calda, coinvolgente che ha fatto innamorare un pubblico composito, con molti stranieri che non hanno voluto mancare l’appuntamento con le voci del futuro. Con giovani così in gamba, il futuro del belcanto è assicurato, grazie allo straordinario lavoro del maestro Alberto Zedda, deus ex machina dell’Accademia Rossiniana, l’inventore di una scuola che – dice Vitale “non ha eguali al mondo”.

 

Sergio Vitale durante l'ovazione riservatagli dal pubblico (Foto Amati Bacciardi)

Sergio Vitale durante l’ovazione riservatagli dal pubblico (Foto Amati Bacciardi)

Non è un caso che, con il baritono italiano, siano state eccellenti protagoniste Tatia Jibladze (intrigante Marchesa Melibea), Sophie Gordeladze (scatenata Contessa di Folleville), Valentina Teresa Mastrangelo (spumeggiante Madama Cortese), Sandra Ferrò (delicata Corinna), ma anche Dmitry Ivanchev (che ha Cavalier Belfiore), Dimitri Pkhaladze (un misurato Lord Sidney), Paolo Ingrasciotta (coinvolgente Barone di Trombonok), Marco Stefani (attento Conte di Libenskof) e Davide Giangregorio (a suo agio da Don Prudenzio). Gli altri (Seiji Ueda, Dempsey C’ Rivera, Sara Blanch Freixes, Natalya Boeva, Mai Kusuno, Matteo Loi e Vassilis Kavayas) hanno dato il meglio per non fare calare di tono – grazie anche a un molto apprezzato Daniel Smith, che ha diretto con grande energia l’Orchestra Sinfonica G. Rossini – una cantata che si conferma tra le produzioni più apprezzate del Rossini Opera Festival.

 

Si replica venerdì 16 alle ore 11, con diverse inversioni di ruoli. Restano confermati solo Valentina Teresa Mastrangelo, Dimitri Pkhaladze, Paolo Ingrasciotta, Davide Giangregorio e, appunto, Sergio Vitale, ma anche – in ruoli meno appariscenti – Natalya Boeva e Mai Kusuno.

 

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