Insulti su Facebook, fotografo pesarese denuncia per diffamazione un utente

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12 agosto 2013

PESARO – “Mi sono sentito ridicolizzato, sputtanato, minacciato: oggi sono passato per le vie legali”. Danilo Billi, fotografo professionista e giornalista pubblicista molto conosciuto e apprezzato a Pesaro, è da diverse settimane vittima di attacchi gratuiti su Facebook. A ogni foto pubblicata e postata in diverse pagine del noto social network, puntuale, scatta un commento offensivo sempre a cura della stessa persona. “Non lo conosco di persona e non capisco il motivo di tanta cattiveria nei miei confronti – spiega lo stesso Danilo Billi -. Io scatto foto per lavoro e poi le pubblico su Fb, rendendole visibili a tutti, per farle veicolare il più possibile. Le ultime offese sono arrivate dopo il lavoro da me pubblicato in occasione del torneo di basket a Cristo Re e per la presentazione della Olympia Basket femminile: sono stato bersagliato in ogni modo e, cosa che mi rattrista ancor di più, l’attenzione sul mio  lavoro è così finita con l’essere distolta da quelle offese. Ecco perché ho deciso di denunciare questa persona per diffamazione”. Subito dopo la decisione, portata avanti questa mattina, Billi ha ricevuto molti attestati di solidarietà da diversi colleghi e dirigenti sportivi con i quali collabora da anni. “Vorrei solo che il mio lavoro – conclude Billi – già difficile, poco tutelato e pagato visto i tempi attuali, venisse rispettato. Ho voluto dare un segnale forte, anche a nome della categoria”.

L’analisi dell’esperto:

Quanto dura, in termini di tempo, quello che un utente scrive su internet?

“In generale – spiega l’avvocato Mirko Luciani – qualunque attività, lecita e non, effettuata su Internet (e di conseguenza anche sui social network) è registrata da un minimo di 3 mesi a un massimo di 2 anni, in base alla legislazione dello Stato di origine del gestore, e l’autore è, generalmente, sempre rintracciabile da parte degli organi di controllo preposti (Polizia Postale, Carabinieri, Guardia di Finanza) e la violazione può essere perseguita d’ufficio da parte dell’Autorità Giudiziaria senza, cioè, che vi sia una denuncia-querela da parte dell’interessato”.

Dette violazioni possono riguardare sia la sfera civile che quella penale? Quali reati possono essere commessi?

“Sì. Prendendo in considerazione l’aspetto penale, diversi reati possono essere commessi; si va dallo scambio di materiale pedopornografico, all’invio di messaggi di propaganda politica, o di incitamento all’odio ed alla discriminazione razziale. Tra i più comuni, si riscontrano la diffamazione (art. 595 c.p.) e la sostituzione di persona (art.494 c.p.).Quest’ultimo, in particolare, riguarda il caso in cui vengono creati “falsi profili”.

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