Fuori d’abbonamento: commendatori, primedonne e saltimbanchi nei volantini teatrali della collezione Elio Giuliani

di 

6 agosto 2013

PESARO - Fuori d’abbonamento: commendatori, primedonne e saltimbanchi nei volantini teatrali della collezione Elio Giuliani. La mostra sarà inaugurata giovedì 8 agosto, alle ore 18.30, presso la libreria del Barbiere in via Rossini. L’iniziativa rientra fra i “fuori programma” del Rossini Opera Festival 2013. Ecco come Cristina Ortolani presenta Fuori d’abbonamento:

Fuori d'abbonamentoI saltimbanchi di Seurat, la copertina del Trio Stefania di Ercole Luigi Morselli – edizioni Vitagliano, la Pesaro a tinte forti di Achille Vildi, prossima nelle rifrazioni della memoria alla Parigi di Toulouse Lautrec. Pirotecniche suggestioni si sprigionano dalla serie di volantini e programmi teatrali della collezione Elio Giuliani, vera e propria chicca annidata, come gli autografi esposti nel 2012 presso la stessa Libreria del Barbiere, nella raccolta di opere d’arte, che di anno in anno si fa più ricca e significativa.

Oltre duecento foglietti in grado di incuriosire sin dalla prima occhiata per la composizione tipografica, capaci a una lettura appena più attenta di spalancare come in un libro animato o un carillon una sarabanda di suoni e colori, rappresentando aspetti forse meno noti ma non certo secondari della cultura a Pesaro nell’età umbertina. Usi e costumi di un mondo desueto eppure vivacissimo, popolato da grandi attori e primedonne, clowns e fenomeni da baraccone, prestigiatori e giocatori di pallone col bracciale, enfants prodiges della musica e artisti del belcanto, che nella città di Rossini non mancano di omaggiare il maestro, nelle loro beneficiate o nelle serate “fuori d’abbonamento” date a favore di sodalizi e enti assistenziali locali.

Gran parte degli annunci e programmi teatrali della collezione Elio Giuliani, datati 1862-1896, sono infatti riferiti a spettacoli offerti a sostegno dell’attività della Società Operaia di Mutuo Soccorso pesarese, fondata proprio nel 1862 (primo presidente il ceramista e scultore Pietro Gai) e tuttora esistente. Materiali che meriteranno un’analisi più approfondita, ma dei quali si può sin d’ora segnalare il valore documentario. Assai interessanti per gli studiosi di storia del teatro e dello spettacolo, questi volantini suggeriscono percorsi di ricerca ampi e relativamente poco battuti intorno alle vicende della nostra città. I modi e i luoghi del divertimento innanzitutto: il teatro da pochi anni (1855) intitolato a Rossini; il piazzale del Trebbio dove si svolgono gli spettacoli circensi; lo “stabilimento balneario” inaugurato nel 1883, nel cui scenario è facile immaginare i concerti tenuti al tramonto tra luglio e agosto 1885 dalla banda di Città Sant’Angelo e, ancora, l’Albergo Zongo e Piazza Maggiore (dal 1945 Piazza del Popolo) dove non mancano esibizioni del concerto cittadino pesarese nel fatidico anniversario dell’11 settembre. E poi, tra gli altri, gli stampatori, Nobili e Federici ma anche i fratelli Rossi, senza dimenticare i barbieri detentori delle chiavi dei palchi (“i signori Carlo Urbinati, Salvatore Terenzi e Filippo Terenzi”).

“Attorno al ROF” la selezione dei materiali esposti ha privilegiato le tracce rossiniane, dalla cavatina del Torvaldo e Dorliska inserita nel programma della beneficiata del “primo tenore assoluto” Tommaso Villa (1864) a quella della Semiramide, pezzo forte della “seratante” prima donna soprano Luigia Gardoni (1874) fino all’”opera d’obbligo” Il conte Ory, rappresentata insieme con Il barbiere di Siviglia nel febbraio 1887, anno della traslazione delle spoglie di Rossini a Firenze. Nel 1880 gli allievi del bolognese Convitto Ungarelli, in un “piccolo trattenimento di drammatica e di canto” offerto “in segno di gratitudine per la cortese accoglienza e generosa ospitalità di cui furono onorati quando per bagni marini in questa inclita città vollero fissata la loro temporanea dimora” avevano eseguito La carità, coro incluso tra i Péchés de vieillesse del compositore. Un cenno a parte occorre infine dedicare alla banda cittadina, nel cui repertorio compaiono spesso brani dell’ “immortale maestro” come la “sinfonia della Semiramide ridotta dal m° Grilli per istromenti ad arco”, in programma nel “gran concerto musicale” svoltosi domenica 20 aprile 1879 presso la “sala maggiore del palazzo prefettizio” in favore “degl’inondati di Szegedino” (Szeged, in Ungheria, città quasi del tutto distrutta da una piena del fiume Tibisco in quello stesso anno). Per la cronaca una matinée, con inizio “alle 2 pomeridiane”.

Al filo rossiniano si affiancano esemplari che raccontano le diverse forme di intrattenimento documentate dalla collezione Giuliani: spettacoli di prosa delle compagnie dirette dai ‘mattatori’ Alessandro Salvini (1862 e 1878), Alamanno Morelli (1878), Angelo Moro-Lin (1881), Cesare Rossi (presente nel 1880 con una delle sue più celebri interpretazioni, Rabagas di Sardou, in locandina anche una giovane Eleonora Duse); esibizioni di prestigiatori come il bolognese “prof.” Giulio Paglia, il quale “tiene ad assicurare il rispettabile pubblico che pei suoi esperimenti non esploderà armi da fuoco” (1878) e di atleti come Giovanni Ziotti e Bruno Banchini, che negli anni Ottanta dell’Ottocento accendevano le passioni di un’Italia tifosa di palla col bracciale (1880). Impossibile in chiusura non citare almeno la “rinomata compagnia equestre mimo-ginnastica” di Ernest Gillet (1864) con i fratelli Buislay, due dei più conosciuti acrobati e clown dell’epoca e il “grandioso spettacolo equestre, ginnastico, buffo, mimo, danzante a beneficio di Tony il nero detto l’imbecille” (1882), il quale si distingue tra l’altro per lo “straordinario salto della battaglia, oltrepassando 16 uomini con fucili e baionetta in canna che contemporaneamente fanno fuoco”. Salto mortale, naturalmente.

Foglietti leggeri e colorati di carta velina che oltre il divertissement valgono un trattato sociologico – o un grande affresco, per i quali ancora una volta siamo grati all’intuito di Elio Giuliani, attento (e anche divertito) cultore di cose pesaresi.

“L’umile seratante confida nel cuore di questi cortesi abitanti, e spera un numeroso concorso ed un generoso compatimento”.

Cristina Ortolani

Lascia un commento