Arriva il Rof 2013: grandi voci, cantanti seminude e registi che dividono

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5 agosto 2013

PESARO – Con il solito puntuale ritardo si è rinnovato il rito annuale della conferenza stampa a pochi giorni dal Rossini Opera Festival. Una volta si svolgeva nell’accogliente casa di Franca Mancini, da qualche anno è ospitata nell’auditorium dell’hotel Alexander.

Alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni, compresi alcuni degli enti fondatori del Rof, il sovrintendente Gianfranco

La conferenza stampa di presentazione del Rof 2013 (foto Amati Bacciardi)

La conferenza stampa di presentazione del Rof 2013 (foto Amati Bacciardi)

Mariotti ha esordito – come da tradizione – raccontando che: “Siamo in sofferenza… ma non  racconto ragioni, tanto le conoscono tutti, ma è con orgoglio e piacere che posso presentare un programma spettacolare. Malgrado le difficoltà e le autoriduzioni, non abbiamo ceduto sul piano della qualità, nemmeno un pochino”.

 

L’Italiana in Algeri

Non è una novità, è nella bella storia del Rof, che aprirà la 34^ edizione con la “prima” de L’Italiana in Algeri” (sabato 10 agosto, ore 20, Teatro Rossini.

“L’Italiana, proposta tante volte al Rof, è una una opere delle più conosciute di Rossini…”.

Presentata per la prima volta nell’edizione del 1981, con Samuel Ramey, Carmen Gonzales e il grande Sesto Bruscantini, è stata riproposta nel 1982, nel 1994 (con la regia di Dario Fo che scatenò polemiche) e nel 2006.

 

Livermore come Fo: Isabella seminuda

Aggiunge Mariotti: “Forse è l’unica vera opera buffa, che in epoca moderna è stata trasformata in qualcosa di meno buffo di come era recepita nell’800. L’edizione critica ha fatto giustizia di tutti i cambiamenti, il Rof stesso ha voluto una linea di rigore nella proposta, ma questa “Italiana”. Il regista Davide Livermore, un grande personaggio che canta, recita e spiega con i fatti ai cantanti, si è ispirato ai fumetti. La sua regia è veloce, rapida. Leggera ma non volgare, anche se ci saranno scene di seminudo, favorite dalla bellezza della protagonista Anna Goryachova…”.

Scene che non mancarono con Dario Fo, quando un gioco di specchi mostrò il seno di Isabella, che però era una controfigura pesarese. Una scena che favorì un matrimonio…

Riprende il sovrintendente: “José Ramón Encinar (presente all’Alexander con la collega Yi-Che Lin, sul podio per  L’occasione fa il ladro; ndr) dirige l’orchestra senza fratture con ciò che si vede. L’invito, ascoltando Rossini, è di sorridere ma ridere mai, ma in questo caso si ride”.

 

L’occasione fa il ladro e la direttora

Mariotti presenta, poi, la seconda opera, che nei fatti è la terza.

“L’occasione è uno spettacolo leggendario, cult, nato a Pesaro nel 1987. L’impianto scenico è stato copiato decine di volte. Il cast è – come gli altri – un mix di stelle e di freschi talenti. Uno di questi è la direttora. Siamo rimasti così colpiti, due anni fa, quando diresse Il viaggio a Reims, che l’abbiamo rivoluta subito. L’orchestra l’adora,  ma è anche apprezzata violinista e pianista. E ha soli 23 anni…”.  Yi-Che Lin arrossisce. L’occasione fa il ladro 2013 debutta lunedì 12 agosto, alle ore 20, nel Teatro Rossini.

 

Guillaume Tell e Florez, l’evento 2013

Con tutto il rispetto per il resto del programma, l’appuntamento più atteso è quello di domenica 11  agosto, alle ore 18, nell’Adriatic Arena. In molti, pensando che sono trascorsi 17 anni dall’inaugurazione con il concerto di Luciano Pavarotti, ma soprattutto che non è stata fatta alcuna manutenzione, si fanno gli scongiuri. Dovesse scatenarsi un nubifragio, chissà se la copertura reggerebbe…

“Il Guillaume Tell registra l’esordio nel ruolo impervio,  leggendario di Arnold, del numero uno al mondo, Juan Diego Florez. Per anni gli abbiamo chiesto di cantarlo – racconta Mariotti – e lui ha rifiutato,  sempre, fino quando mi ha telefonato per dire sì…”.

In verità, Florez ha interpretato il ruolo di Arnold Melcthal lo scorso primo marzo, a Lima, la sua città. A tal proposito, esperti raccontano che il tenore peruviano sceglie i teatri di Lima e Las Palmas per fare le prove davanti a scelte importanti. Certo è che le attese del pubblico sono quasi tutte per lui-

Aggiunge Mariotti: “Nel 1995 scegliemmo per il ruolo una voce basata sullo stile, non sulla forza, alla Pavarotti e Domingo, e affidammo l’incarico a Gregory Kunde. Aggiungo che Rossini detestava il do di petto. La scelta di Kunde fu apprezzata perché ripristinava la vocalità originale. Oggi l’interpreta il più grande fraseggiatore, un artista capace di frequentare anche questo repertorio. La voce di Florez  è  maturata tanto da sostenere un ruolo eroico…”.

 

Vick, il regista geniale che divide

Non solo Florez, anche la regia di Graham Vick, che stupisce a talvolta divide.

“Questa meravigliosa partitura integrale, in francese, è affidata alla regia di uno dei registi più geniali al mondo. Un artista che non conosce routine, che propone soluzioni radicali, stupefacenti, anche se rispettosissime della partitura. Sarà una prova di teatro puro. Vick priva la partitura della storia. Con lui si comincia da zero. Sarà un saggio di teatro puro. In uno spazio neutro, astratto, Vick fabbrica una nuova realtà, parallela a quella reale, inventando un’ invasione della Svizzera da parte delle truppe austriache. Sarà la rivolta degli umili contro i ricchi…”. Chissà come la prenderanno i ricchi che vanno a teatro per sfilare, anche se dovranno farlo per almeno cinque ore. E se Vick inserisse anche Addio Lugano bella… Stiamo tranquilli i ricchi, il rispetto della  partitura è di rigore.

 

Mucche, pascoli, Heidi? Per carità!

“Una cosa è certa – conclude Mariotti -: chi attende di veder pascoli con le mucche (e magari Heidi; ndr) rimarrà deluso. Magari lo spettacolo non è così difficile come l’ho descritto, ma serve mente libera dalla tradizione”.

 

Un altro Mariotti, Michele, un grande direttore

Mariotti dimentica di citare un altro Mariotti, suo figlio Michele che dirigerà il Guillaume Tell. Lo fa il direttore artistico Alberto Zedda.

“Il Tell si affida solo a grandi direttori. Anche chi non è un rossiniano è  onorato e felici. Michele Mariotti non è qui per il cognome. Ha diretto le opere più difficili in repertorio, Idomeneo, Carmen, Nabucco, ha riscosso successi nei più grandi teatri del mondo, da New York a Tokyo, a Londra dove ha diretto La donna del lago. Siamo felici che questa opera sia data a un grande direttore, italiano, pesarese. Che il Guillaume Tell sia affidata a Mariotti è una delle cose più belle di cui sono testimone, il punto conclusivo e di arrivo del Rof”.

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