4 agosto 2013
PESARO – Senza niente volere togliere al resto del programma, che s’annuncia ancora una volta ricco di proposte, appare evidente che l’attesa per il XXXIV Rossini Opera Festival è dedicata al “Guillaume Tell”, a un’opera che ha anticipato i tempi della musica.
Torna per la seconda volta, a diciotto anni di distanza dalla prima, indimenticabile. Pensate, se un bimbo pesarese è nato il 12 agosto 1995, diventerà maggiorenne il giorno dopo la prima dell’edizione 2013.
La sera del 12 agosto 1995, quando il maestro Gianluigi Gelmetti diede il via all’ouverture, guidando l’Orchestra Sinfonica della Radio di Stoccarda, fu una grande emozione. Una serata indimenticabile. Il PalaFestival, il vecchio, brutto, caro hangar di Viale dei Partigiani, diventava il più bel teatro del mondo. Grazie alla musica sublime di Gioachino Rossini, ai superbi interpreti uniti dalla regia di Pier Luigi Pizzi, dalle coreografie di Heinz Spörli. Già, perché il “Guillaume Tell” fu proposto nella sua integralità, con i balli. E che balli! Le “étoiles” Alessandra Ferri e José Manuel Carreño, il Ballet Nacional de Cuba con il solista Rafael rivero. E che voci: Michele Pertusi, Gregory Kunde, Ildebrando D’Arcangelo, Frode Olsen, Elizabeth Norberg-Schulz, Riccardo Ferrari, Jeffrey Francis, Eldar Aliev, Daniela Dessì, Monica Bacelli, Mauro Utzeri e Paul Austin Kelly.
La presenza del tenore di Kingston (New York) ci consente di introdurre un tema legato alla qualità delle voci. Kelly interpretò il ruolo del “Pêcheur”, del pescatore, che nell’edizione imminente sarà affidato a Celso Albelo, una voce straordinaria. Il tenore spagnolo – è nato a Santa Cruz de Tenerife – ritorna a Pesaro dopo la superba interpretazione nello Stabat Mater del 20 agosto 2008. E molti si sono chiesti come sia possibile che una voce così bella si accontenti di una “pagina” ridotta come quella a disposizione nel “Guillaume Tell”.
In attesa di chiederlo al cantante “canario”, abbiamo rivolto la domanda al più indicato a rispondere: il direttore artistico Alberto Zedda.
“Tra i ruoli piccoli al mondo, quello del pescatore è il più celebre, il più pagato, necessariamente. A inizio dell’opera, il nostro buon Rossini ha messo due frasi. Solo due, ma così difficili, problematiche e impegnative anche per la collocazione, che obbligano a prendere un cantante di primissimo valore. L’opera deve iniziare nel migliore dei modi. Per fortuna, Rossini ha un così grande prestigio che personaggi. che altrimenti non si muoverebbero per stare qui settimane per cantare due paginette di musica, vengono volentieri. Ribadisco, però, che se le paginette sono due, la musica non è piccola. Sono due pagine di grandissima musica. Il ruolo del pescatore è piccolo ma leggendario per la sua difficoltà, per la sua esposizione, per la sua importanza (deve dare il là al resto dell’opera). La presenza di Celso Albelo è una forma di rispetto per il Rossini Opera Festival. Probabilmente non la accetterebbe altrove”.
Un omaggio al Rof?
“Credo lo sia. Un grande artista sa bene che una presenza al Rof conferma di avere una preparazione belcantistica, un timbro che rende più prestigioso un cantante. Celso Albelo, che è uno dei più grandi tenori al mondo, che ha una delle voci più belle, tutto questo lo sa. Noi gli siamo grati che sia con noi, ma non siamo sorpresi”.
Celso Albelo sarà protagonista anche del Concerto di Belcanto in programma domenica 18 agosto, alle ore 17.
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