29 luglio 2013
RIO DE JANEIRO (Brasile) - La Settimana della Gioventù di Rio de Janeiro ha delineato il magistero spirituale e sociale di Papa Francesco. Gli incontri con i giovani di tutto il mondo, la classe dirigente brasiliana, le gerarchie ecclesiastiche e i cosiddetti “ultimi“, ovvero i tossicodipendenti, i detenuti, gli abitanti delle favelas hanno certificato che per Francesco non esistono livelli diversi di società, ma tutti sono uguali. Ai giovani ha parlato con la stessa enfasi con cui si è rivolto ai governanti, ai vescovi ha teso la mano come ai detenuti e ai malati dell’ospedale di San Francesco d’Assisi. Inoltre, ha confermato il primato della Vergine Maria come madre e punto di riferimento per tutta l’umanità, non solo per i credenti. Una Vergine simboleggiata nella piccolezza di dimensioni ma nella grandezza di significato della statuetta di Nostra Signora di Aparecida.
Tre elementi possono servire a districarsi in una prima rilettura di questa Settimana della Gioventù, di fatto il ponte tra l’Anno della Fede e la Chiesa del futuro: il carisma francescano come riassunto perfetto del Vangelo, sintetizzato in particolare nel brano delle Beatitudini e nel capitolo 25 di Matteo. Ai giovani è stato detto di “andare a riparare la casa di Dio” (riprendendo l’incontro di Francesco d’Assisi con il crocifisso di San Damiano), quindi la Chiesa, non come muratori o funzionari ma come sentinelle di Dio. Il verbo andare è stato declinato all’imperativo, con quel giusto mix di fermezza e dolcezza che fa assomigliare il carisma di Papa Francesco a quello che Gesù aveva con i suoi discepoli. Andate e fate discepoli tutti i popoli è il secondo elemento: non perdete tempo, fate chiasso, ma non frullate la fede: non fatevi un credo fai da te, ma cercate nella Chiesa e nel Vangelo le risposte alle domande della vostra vita. Terza chiave di lettura: l’elemento del seme, caratteristico della parabola del seminatore ed elemento piccolo ma fondamentale nella vita del campo agreste: il seme è la Parola e l’Eucaristia, il campo è il cuore di tutti i credenti, includendo anche le persone in ricerca. Come si annaffia questo campo? Con una vita sacramentale nella quale il sacramento della confessione – unito all’Eucaristia – svolge la funzione di “idrante”, di acqua salvifica che fa crescere e germogliare nella terra buona il seme gettato nel cuore di ognuno di noi. Queste possono essere tre chiavi di accesso al magistero spirituale e sociale (è eccezionale la capacità di Francesco di declinare su temi sociali parole squisitamente spirituali, aprendo i recinti della vita di fede al vivere quotidiano, e indicando quindi nuove bussole) che il Papa ha lanciato a Rio de Janeiro.
Nelle prossime puntate della rubrica entreremo nello specifico delle declinazioni sociali che ha avuto questa Settimana della Gioventù. E non dimenticate di segnarvi in agenda l’appuntamento di Cracovia 2016, la prossima Gmg nella terra dell’ormai canonizzato Giovanni Paolo II.
Su www.facebook.com/parlasignorepesaro è disponibile una sintesi della veglia e dell’omelia nella santa messa conclusiva della Gmg, oltre a vari flash sulle parole di Francesco in questa densa settimana.