Intervista al Maestro Ramin Bahrami prima del concerto di Cagli

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26 luglio 2013

CAGLI – “E’ una grandissima gioia poter lavorare al fuoco sacro di Bach. Questi ragazzi sono i giovani interpreti del pensiero bachiano di domani!”. Con queste parole inizia l’incontro con il Maestro Ramin Bahrami, impegnato nella masterclass bachiana con 5 talentuosi pianisti che  sabato 27 luglio terranno il concerto in programma a Cagli Opera Prima al Teatro Comunale (ore 21.15) insieme all’Orchestra d’Archi Fides in Musica diretta dal Maestro a Cagli per la terza volta. Il presidente/amministratore dell Istituzione Teatro Msssimo Puliani lo ha definito l’artista di riferimento del Teatro di Cagli dove ha già registrato due album per la Decca.

Bahrami e Puliani al master

Bahrami e Puliani al master

Secondo il maestro “decifrare il codice segreto della musica di Bach è la chiave per riuscire ad intepretarne la sua musica, indagando in tutti i suoi stati d’animo, dalla gioia, alla poesia, alla tristezza. La musica non è un oggetto, bisogna imparare a capirne i segreti e i sentimenti. Giocare è molto importante e non è un caso se nelle altre lungue europee il verbo “suonare” corrisponde al verbo “giocare”. In italiano assume un carattere più serio, ma nello stesso tempo l’Italia non fa tutto quello che dovrebbe fare per l’Arte e la Cultura”.

“Cagli è un esempio da seguire e trasportare in altre situazioni: – ha aggiunto Bahrami – ciò si è potuto realizzare grazie al prof. Puliani, all’amministrazione comunale, nelle persone del Sindaco Catena e dell’assessore alla cultura Mazzacchera, e all’imprenditore Marco Talevi che ci ospita nel suo casale, i quali ci hanno dato fiducia e hanno creduto in un progetto come questo che valorizza i giovani. Se sabato sera anche gli spettatori usciranno da teatro apprezzando il nostro concerto io avrò raggiunto pienamente il mio scopo”.

La masterclass di Ramin Bahrami è davvero qualcosa di diverso nel panorama musicale: “Spesso ci fanno solo studiare, ma non abbiamo mai un confronto diretto con il pubblico o il rapporto con un’orchestra – spiega Andrea Palermo, uno degli allievi del maestro di soli 17 anni – Qui, oltre all’intenso lavoro di interpretazione e di approfondimento della musica, avremo la possibilità di esibirci in pubblico. E’ inutile oggi come oggi fornire solo teoria e non dare la possibilità di mettersi alla prova sul serio”.

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