di Redazione
16 luglio 2013
URBINO - La lunga storia della Galleria Nazionale delle Marche, che lo scorso anno ha celebrato il centenario della istituzione, ha visto, nel corso del tempo, un costante incremento del proprio patrimonio di opere d’arte. Essa è stata fondata con lo scopo di raccogliere le testimonianze artistiche più significative provenienti dall’intero territorio della regione. Ai più antichi nuclei di opere derivati dalle soppressioni ecclesiastiche postunitarie si sono progressivamente aggregati i capolavori che oggi sono il vanto del museo, dai dipinti di Piero della Francesca a quelli di Raffaello – per i quali fu essenziale il ruolo del Soprintendente Luigi Serra – giungendo alle più recenti e numerose acquisizioni, strumenti di conoscenza verso ogni periodo e scuola del territorio. Il Soprintendente Paolo dal Poggetto, in modo particolare, e Lorenza Mochi Onori hanno lavorato intensamente in tal senso e in tal senso sta lavorando l’attuale Soprintendente Maria Rosaria Valazzi.
Dopo il “cofanetto” roveresco presentato la scorsa estate, giungono ora due ‘oggetti’ altrettanto importanti: un dipinto di Giovan Francesco Guerrieri, il forsempronese ammaliato da Caravaggio, realizzato nel momento più fortunato della sua produzione romana per i Borghese (la tela proviene da una residenza Borghese), e un inginocchiatoio, elegante reimpiego, con ogni probabilità voluto da Vittoria Della Rovere, di preziosi manufatti in legno ed ebano prediletti dal padre di lei, Francesco Maria II, ultimo signore di Urbino.
Non è superfluo sottolineare che le acquisizioni costituiscono un segnale della vitalità della struttura-museo nella realtà italiana.