Raffaele e Oana con il popolo in “Camino” verso Santiago: “Mancano solo cammelli ed elefanti”

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10 luglio 2013

Oana tra i pellegrini sul monte del Perdono

Oana tra i pellegrini sul monte del Perdono

PESARO – Pamplona, per gli spagnoli, perché per i baschi è Iruñea, è famosa per la Festa di San Firminio, che quest’anno, fino al 14 luglio, richiama tanti visitatori che non vogliono perdere la corsa dei tori. Pamplona è uno dei più importanti luoghi di transito del “Camino”, del percorso che conduce, dalla Francia e dalla Spagna, a Santiago de Compostela, uno dei santuari che sono meta dei pellegrini che per Fede o più semplicemente per curiosa passione fanno almeno 800 chilometri a piedi. Giorni fa abbiamo raccontato del film di Estevez. Sky Cinema ripropone anche giovedì 11 luglio, alle ore 11,25 sul canale 301, alle 12,25 sul 302, “The Way”, “Il cammino per Santiago”.

Noi abbiamo un testimone oculare, che dopo avere raggiunto Lourdes è diretto a Santiago. Raffaele Pierotti e la sua cavalla Oana sono impegnati nel “Camino”. Ecco l’ultima pagina del diario di viaggio.

L’attraversamento di Pamplona mi preoccupa. Alle 6 del mattino gli zoccoli di Oana risuonano forte nell’unica via di Trinidad. Avrà svegliato un mucchio di gente, penso io. Ben presto mi unisco a due pellegrini che parlano una lingua dell’Europa dell’est e insieme attraversiamo Trinidad, Burlada e Pamplona, unite senza interruzione. La città di Pamplona è bella e addormentata. Gli addetti la stanno ripulendo dai soliti residui della festa della sera prima.

Oana continua a scivolare e cerco continuamente i tratti migliori per farla uscire dal paese. Poi arriva la campagna, quasi d’improvviso, e una lunga linea di pellegrini si snoda lungo il Camino. Saranno un centinaio e d’ogni tipo: anziani atletici e anziani panciuti, storti, frettolosi; donne anziane che stentano a mettere un piede davanti all’altro, giovani con zaini enormi, donnone pettorute che risentono delle cinghie dello zaino, ragazze di colore con un grosso stereo che riproduce musica rimbombante del tipo che si può  sentire ad Harlem, un nano, io con Oana e tanto tanto ancora. Credo che risultino assenti cammelli e elefanti, ma non ne son tanto sicuro.

Sotto un cielo nuvoloso tutti saliamo sul Monte del Perdono a rimirare le forme donchisciottesche e a mo’ di Armata Brancaleone di un’opera ormai famosa quanto basta. Tira un’aria gelida e Oana è sudata; perciò riparto affrontando la discesa fino a Punta della Reina, passando il tempo con un paio di pellegrini che saluto dopo il paese.

La massa, esausta, incomincia a fermarsi dove desidera. Essendo ancora le 2 del pomeriggio, continuo in solitaria il tragitto, godendo l’ottima temperatura. Tempo dopo mi affianco a Thomas e insieme arriviamo a Lorca. Un’albergo è gestito da un italiano che mi trova subito un campo d’erba; Thomas va dalla concorrenza.

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